Il caso della rsa “Scola” di Besana: «Ma quale terrorismo psicologico, la situazione è preoccupante»

I gruppi politici di sinistra hanno risposto alla presidente della rsa “Scola” di Besana in Brianza che aveva parlato di «terrorismo psicologico» dopo le accuse di fuga dei dipendenti e cure non sufficienti agli ospiti.
La sede della casa di riposo di Brugora
La sede della casa di riposo di Brugora

Il centrosinistra non ci sta. «Nessun terrorismo psicologico, ci siamo semplicemente fatti portavoce di parenti, medici, personale e rappresentanze sindacali che operano nella “Fondazione G.Scola” e che si sono rivolti a noi per denunciare una situazione preoccupante». Così, in un comunicato stampa congiunto, i gruppi consigliari di Partito democratico, Besana4future e Besanattiva rispondono alle recenti dichiarazioni rilasciate da Luisa Villa, presidente del cda della fondazione. «Ritengo sia vergognoso fare terrorismo psicologico nei confronti delle famiglie degli ospiti, già provate dalla distanza imposta dalla pandemia», aveva dichiarato la presidente della fondazione besanese riferendosi alle comunicazioni rilasciate alla stampa dal centrosinistra, che aveva elencato una lunga serie di “gravi criticità nella gestione medica della rsa besanese, che sottopongono a un grave rischio la corretta cura degli ospiti”.

Evidentemente, proseguono i gruppi consigliari nella nota, i parenti degli ospiti e il personale della rsa «si sono rivolti a noi perché non hanno trovato all’interno della struttura interlocutori disponibili ad ascoltarli e ad analizzare le criticità rilevate». Il centrosinistra rincara poi la dose, sottolineando che «è un dato di fatto che vi è una grave decimazione del personale sanitario qualificato” nella struttura, e che l’alto numero di dimissioni (7 infermieri e 2 medici dimessi) non dipende solo dalla “fuga degli operatori sanitari verso gli ospedali». «Come si legge dalla lettera dell’ultimo medico dimissionario ci sono 162 pazienti affidati ad un unico medico – prosegue la nota -. Proprio la presidente fa notare che gli infermieri si siano dimessi nonostante l’aumento dello stipendio da parte della Fondazione (con retribuzioni superiori rispetto alla media delle Rsa della Lombardia). Dovrebbe quindi porsi il problema del perché: non è evidentemente un problema economico ma professionale. Problema professionale chiaramente evidenziato dalle lettere di dimissione dei due medici che denunciano gravi interferenze sulle competenze e sull’attività clinica dei medici e della direzione sanitaria, che hanno creato problemi di catena di comando e di competenze. Grave in particolare il fatto della sostituzione delle terapie e/o sospensione delle stesse, al di fuori di un piano condiviso con la direzione sanitaria, addirittura, a volte, contro il suo stesso parere, e soprattutto senza visitare e conoscere i pazienti». Tutto questo, concludono i gruppi consigliari Pd, Besana4future e Besanattiva «non è allarmismo. ma presa di coscienza di un problema, in attesa di risposte serie e non difensive che possano portare ad una soluzione».