«Da mesi chiediamo un incontro con il sindaco di Monza, Dario Allevi, per discutere con l’amministrazione delle condizioni di fragilità in cui si trovano oggi moltissimi cittadini. Ma fino ad oggi non abbiamo ancora avuto alcuna risposta». A dirlo sono i sindacati confederali che hanno incontrato la stampa nella sede della Cgil di Monza per presentare il lavoro della contrattazione sociale nei Comuni di Monza e Brianza nel biennio 2020 – 2021. Tre le questioni al centro del dibattito: le disuguaglianze sociali e l’aumento delle nuove povertà introdotte dalla pandemia, l’allarme lanciato da diversi sindaci della Brianza relativo alla mancanza di lavoro per i giovani, le donne e gli over 50 e l’emergenza abitativa. «Le nostre sigle sindacali, Ggil, Cisl e Uil insieme ai sindacati pensionati rappresentano almeno 150mila iscritti in tutta la Provincia – ha commentato Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco –: per questo motivo è fondamentale che le amministrazioni si confrontino con noi. Questa è una prassi consolidata da tempo e a prescindere dal colore politico. Con l’attuale amministrazione monzese invece non riusciamo a instaurare un dialogo. Due mesi fa siamo riusciti ad avere un’interlocuzione con l’assessore al Bilancio, Rosa Maria Lo Verso e con l’assessore alle Politiche sociali, Désirée Merlini. Abbiamo inoltrato richiesta per un incontro con il sindaco ma non ci è mai stata data alcuna risposta».
Tra i punti di confronto con le amministrazioni c’è anche la soglia di esenzione fissata da ciascun Comune. A fronte di alcuni enti virtuosi, come Meda, che ha appena portato da 15mila a 16mila euro il tetto sotto il quale il contribuente non paga l’Irpef di competenza comunale, ce ne sono altri che hanno abbassato tale soglia di esenzione, esponendo di fatto le categorie economicamente più fragili a un carico di tasse maggiore. «Il Comune di Monza è l’unico che in due anni è passato da una soglia minima di 18mila euro agli attuali 12mila euro, senza scaglioni per le aliquote progressive – ha precisato Franco Montrasio, del sindacato pensionato Cisl Monza Brianza Lecco -. Significa che i cittadini che sono stati interessati dall’aumento delle tasse comunali si sono trovati 300 euro da pagare in più rispetto all’anno precedente. Vediamo poca attenzione verso i soggetti più deboli. Per questo chiediamo al sindaco di Monza di confrontarsi al più presto con i sindacati».
Un altro fronte sul quale le organizzazioni sindacali si sono confrontate soprattutto in questi mesi di pandemia è quello dei servizi socio – sanitari. «Puntiamo alla ricostruzione della rete di sanità territoriale, al potenziamento dell’assistenza domiciliare, alla ridefinizione del rapporto tra ospedale e territorio», ha aggiunto Anna Bonanomi, segretaria generale Spi Ggil di Monza e Brianza. C’è poi la situazione delle rsa che Beppe Saronni, della Fnp Cisl Monza Brianza Lecco ha definito drammatica. «La situazione economica finanziaria in cui versano queste strutture è preoccupante. I rincari registrati sono a carico delle famiglie. Le rsa della provincia di Monza Brianza sono le più care della regione dopo quelle di Milano. Inoltre la Lombardia è l’unica regione ad applicare una quota a carico dei famigliari differenti: 40% rimborsato dalla Regione e 60% a carico delle famiglie degli ospiti, contro una percentuale che nel resto d’Italia è al 50 e 50».