I primi sei mesi in Brianza del colonnello: «Nessun allarme sicurezza ma teniamo alta l’attenzione sulle truffe agli anziani»

Carabinieri: il comandante provinciale Gianfilippo Simoniello fa un primo bilancio. Reati predatori, in calo rispetto al 2019 e sotto controllo, baby gang, droga: «Le mie prime sensazioni, in un periodo tra l’altro molto delicato come quello della pandemia Covid, sono senz’altro buone» dice.
Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gianfilippo Simoniello
Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gianfilippo Simoniello Roberto Magnani

«Non c’è alcun allarme sicurezza nel territorio». È questo in estrema sintesi il bilancio, a quasi sei mesi dall’insediamento, del comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Gianfilippo Simoniello.

Ci sono gang giovanili, che comunque rappresentano contesti isolati e non diffusi. I reati predatori, dopo un colpo di coda post lockdown, sono nel complesso numericamente in calo rispetto al 2019, ma le truffe agli anziani sono un fenomeno che invece richiede una particolare e dedicata attenzione. Droga: il fenomeno del consumo e di conseguenza dello spaccio è radicato e Monza e la Brianza non sono eccezioni negative nel panorama nazionale.

«Le mie prime sensazioni, in un periodo tra l’altro molto delicato come quello della pandemia Covid, sono senz’altro buone» dice. La capillarità dell’Arma sul territorio permette di analizzare la situazione in modo molto puntuale. Nel 2021, dopo che il 2020 ha visto un generale calo della criminalità, causa lockdown, c’è stato un ritorno dei furti: «ma comunque a livello inferiore rispetto al passato – precisa il colonnello – In questa parziale fase di risalita il mio impegno è stato di impostare immediatamente una efficace azione di contrasto e contenimento». Intanto mostra con orgoglio una delle cinque nuovissime Alfa Romeo Giulia utilizzate da qualche giorno dal reparto radiomobile sul territorio provinciale.

«Un minore che sfida una pattuglia dell’Arma si può trovare a Monza come a Catania” dice poi a proposito delle gang giovanili. «L’Arma arriva spesso nella fase di contrasto, quando il precedente approccio educativo da parte della famiglia e della scuola non è riuscita a raggiungere l’obiettivo della sua formazione caratteriale e morale armonica e socialmente integrata. Per questo con famiglie e scuola – aggiunge – il dialogo è costante». Il Comando negli ultimi mesi si è occupato tra l’altro dell’efferato delitto di San Rocco, con due ragazzini individuati come responsabili del reato e arrestati e ancora, di recente, sempre in città, ha chiesto e ottenuto la chiusura temporanea di un locale pubblico dopo una rissa tra ragazzi scoppiata nei pressi.

Un tema sempre molto sentito è infine quello delle truffe agli anziani: «L’Arma ha fatto e continua a fare molta prevenzione, stiamo avviando una mirata progettualità con la nostra associazione nazionale carabinieri, in collaborazione con altre istituzioni. Si tratta, per gli effetti che produce, di un reato contro la persona, perché lede l’integrità. Molti anziani si vedono depredati di beni ai quali erano legati più per questioni affettive che economiche e si danno la colpa per non aver compreso di essersi trovati alle prese con un truffatore».

«A colpire – conclude – sono sovente bande composte da nomadi che scorrazzano tra la Lombardia, il Piemonte e il Veneto le quali , proprio per la loro estrema mobilità, sono difficilmente individuabili».