«Ho sentito dei rumori sospetti, erano ladri. Ho cercato di far scattare l’allarme, ma invano. Allora ho aperto la finestra e ho sparato. In aria, verso i campi. Sono riuscito a metterli in fuga». Questo il racconto di Massimo Baraldo, di Lazzate, raccolto in esclusiva dal Cittadino, in edicola giovedì 29 ottobre a Monza e in Brianza.
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L’uomo, che ha chiamato i carabinieri subito dopo il fatto, lunedì sera, è stato sottoposto a indagini per “esplosioni pericolose” – un atto dovuto da parte dell’Arma – e lamenta: «Mi hanno sequestrato l’arma e ora non posso difendermi. Ho paura per me e per la mia famiglia, anche perché abbiamo già subito tentativi di furto in passato. Mi ero procurato regolarmente un’arma proprio per sentirmi più sicuro. E se adesso dovessero tornare?».
Torna alla sera di lunedì, quando era in casa con la tv accesa e ha sentito rumori farsi sempre più insistenti, ma anche al secondo furto subito quando i ladri entrarono in una villetta apparentemente inespugnabile e nonostante la sua presenza.
Il racconto in prima persona della paura a dieci giorni dai fatti di Vaprio d’Adda, dove un pensionato aveva ucciso un ladro.
«Quello della corsa alle armi in genere è un problema di percezione sociale che genera ansia», ha commentato Massimo Clerici, professore associato di psichiatria dell’Università Milano Bicocca intervistato sull’argomento.