Luigi Radaelli, 63 anni, di Giussano, non ce l’ha fatta. E’ morto dentro l’ospedale, giovedì mattina, nonostante -dice l’azienda ospedaliera- abbia ricevuto i soccorsi in modo veloce e per lungo tempo. Il punto è che l’uomo, imprenditore edile, giovedì è arrivato al Borella prima delle 8, orario di apertura del pronto soccorso.
Luigi Radaelli stava andando al lavoro con la sua auto quando si è sentito male. Alle 7 ha infilato il cancello del pronto soccorso, il portiere ha cercato di fermarlo e ha capito che aveva fretta. Una volta dentro gli è stato consigliato di andare in cardiologia che l’uomo conosceva avendo avuto precedenti problemi di cuore. Ma prima di prendere l’ascensore si è accasciato in arresto cardiaco.
La direzione dice che subito l’infermiera lo ha soccorso praticandogli un messaggio cardiaco. Tutto inutile. Alla gente comune le spiegazioni non bastano e i politici locali alzano il tiro. Il più duro dei commenti arriva dall’assessore Ettore Trezzi , che chiede le dimissioni del direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desio e Vimercate, Pietro Caltagirone.
A lui spetta la responsabilità di aver chiuso (dal 5 agosto) di notte il pronto soccorso di Giussano per mancanza di casi. Una mossa per razionalizzare i presidi di zona, in vista dell’ampliamento del pronto soccorso di Carate. Intanto il Comitato pro Borella continua la raccolta di firme, arrivate a quota 800.