Giornata della memoria, il sindaco di Meda consegna una medaglia dedicata al nonno deportato in Germania

Emozione grande per il sindaco di Meda e presidente della Provincia Luca Santambrogio: in occasione della Giornata della memoria, ha consegnato una medaglia dedicata al nonno Giulio Santambrogio, deportato in Germania.
Meda Il sindaco di Meda Luca Santambrogio ha premiato il nonno Giulio Santambrogio, deportato dai nazisti, su delega del presidente Mattarella
Meda Il sindaco di Meda Luca Santambrogio ha premiato il nonno Giulio Santambrogio, deportato dai nazisti, su delega del presidente Mattarella Marco Mologni

Il sindaco che premia il nonno deportato nei lager nazisti. È stata un’emozione grande, quella vissuta dal sindaco e presidente della provincia di Monza, Luca Santambrogio. In occasione dell’ultima Giornata della Memoria il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha attribuito a 38 brianzoli una medaglia d’onore alla Resistenza. Uno di loro era Giulio Santambrogio: il nonno del sindaco, morto nel 1999. Santambrogio ha consegnato quindi l’onorificenza al figlio Cesare: suo zio. Erano presenti anche i fratelli Renzo e Angelo e Francesco Mandarano, vicepresidente della sezione Milano-Monza-Brianza dell’associazione nazionale Divisione Acqui.

Classe 1912, Giulio Santambrogio, dopo aver preso parte alla guerra d’Abissinia e alla spedizione in Albania, fu rinchiuso nel campo di Treviri in Germania dove rimase prigioniero fino all’aprile 1945. Tornò nella sua Seregno, dove visse fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1999. Per molti anni preferì non rievocare pubblicamente le tristi vicende vissute: solo un diario raccolse i suoi ricordi, un testo che rappresenta per la sua famiglia, che vive a Meda, una preziosa eredità morale e spirituale.

Giornata della memoria, il sindaco di Meda consegna una medaglia dedicata al nonno deportato in Germania
MEDA – Giulio Santambrogio con la moglie Rosa, il sindaco Luca Santambrogio bambino, la sorella e la cugina

Giulio Santambrogio era arrivato a Trier (Treviri, a sud-ovest della Germania) nel marzo 1943, dopo un viaggio sui vagoni bestiame «umiliante e ai limiti dell’umano». Solo alla fine della guerra era riuscito a riacquistare la libertà grazie a un ufficiale tedesco. Diventato suo amico, era stato lui a indicargli il momento opportuno per scappare. Era il 12 aprile 1945 quando riuscì a tornare a Seregno, dove era nato nel 1912 e dove avrebbe poi continuato a vivere fino al 1999. Forte il ricordo che ancora oggi Luca Santambrogio conserva di suo nonno Giulio: «Ancora oggi il suo esempio di vita è un motivo di ispirazione per me».