Furti, la banda dell’Est in Brianza L’appello: «Guardate queste foto»

Acquistavano le serrature, le smontavano pezzo per pezzo e le studiavano con dedizione maniacale, arrivando ad adattare gli strumenti da scasso ai vari modelli. E’ così che l’organizzazione criminale sgominata dai carabinieri di Novara, con basi e capi a Lissone e Barlassina, si era imposta nel panorama criminale.
La refurtiva recuperata dai carabinieri
La refurtiva recuperata dai carabinieri

Acquistavano le serrature, le smontavano pezzo per pezzo e le studiavano con dedizione maniacale, arrivando ad adattare gli strumenti da scasso ai vari modelli. E’ così che l’organizzazione criminale sgominata dai carabinieri di Novara, con basi e capi a Lissone e Barlassina, si era imposta nel panorama criminale come una vera e propria macchina da guerra in fatto di furti d’appartamento.

Ventotto persone arrestate, 2,5 quintali di suppellettili vari in argento, in prevalenza posateria di note marche italiane ed estere, numerosi bracciali, collane, anelli, collier, orologi, tutti di altissima fattura e corredati da pietre preziose, 100mila euro in contanti, ma anche ben 308 munizioni Winchester recuperati e sequestrati (il tutto per oltre 800mila euro).

Sono questi i numeri dell’operazione che ha colpito una gang caratterizzata da una marcatissima connotazione etnica: sono tutti di nazionalità Georgiana, a partire dal loro capo. Quest’ultimo si chiama Evi Kozana, domiciliato a Lissone sotto falso nome. I carabinieri lo hanno trovato in possesso di un falso passaporto intestato ad un cittadino della Repubblica Ceca, un tal Robert Kora. Tutti i personaggi raggiunti dalle manette, si spacciavano per cittadini lituani o cechi, con tanto di passaporti fabbricati ad arte.

Secondo quanto riferiscono i carabinieri della città piemontese, Kozana era sì l’elemento di spicco, ma anche un uomo d’azione, in prima linea nell’attività della banda, visto che è stato identificato e fermato più volte in prossimità dei luoghi in cui venivano commessi i furti. Oltre a lui, a Lissone vive un altro dei 28 indagati. Altri cinque, invece, vengono da Barlassina, località in cui i carabinieri hanno scoperto un vero e proprio deposito di attrezzi da ‘lavoro’ e centro di addestramento. E’ qui che hanno trovato e sequestrato in una cantina di via Volta una specie di ‘arsenale’: flessibili con dischi impiegati in lavori di carpenteria, un kit di bombole di acetilene, usato nel taglio dei metalli, ma anche grimaldelli, due serrature antiscasso appositamente modificate e usate come ‘allenamento’, come anche pistole laser.

Sempre a Barlassina, poi, la banda si allenava e studiava in modo da neutralizzare qualsiasi tipo di serratura. Su un banco da lavoro, analizzavano ogni pezzo e modellavano i singoli arnesi. La merce veniva poi riveduta tramite canali di ricettazione in Italia, il principale dei quali rappresentato dal mercato di prodotti dell’Est di Cascina Gobba, rifornito da un soggetto moldavo accusato appunto di ricettazione. Sempre da quanto riferiscono dal comando dell’Arma a Novara, quello delle bande di ladri georgiani è fenomeno dietro al quale si cela un’organizzazione nel paese d’origine, e diffuso in tutta Europa, fino in Spagna e Portogallo.

I carabinieri invitano, quindi, tutte le persone che hanno subito furti nell’ultimo periodo di contattare il comando provinciale al numero 03213791. Potranno fissare così un appuntamento per visionare la merce recuperata.