“Monza non dimentica la Diaz”: lo hanno scritto a caratteri cubitali sui drappi bianchi esposti al termine della cerimonia per la Festa della Repubblica. Le due donne che lunedì 2 giugno, nel cortile della Villa Reale, hanno alzato gli striscioni nel momento in cui i Vigili del fuoco hanno iniziato a srotolare il Tricolore sulla facciata della reggia sono state le uniche a protestare per la nomina del questore Filippo Ferri condannato per “falso e calunnie” nell’ambito del processo per le violenze commesse durante il G8 di Genova del 2001. La loro contestazione, del tutto pacifica, ha accompagnato la prima uscita del funzionario, in servizio in Brianza dal 1° giugno.
Festa della Repubblica a Monza: tricolore sulla Reggia, il prefetto e il presidente del consiglio regionale
Per il resto la celebrazione del settantanovesimo anniversario del referendum con cui gli italiani hanno scelto la repubblica ha seguito il copione tradizionale: quel “patto su cui si basano le fondamenta del nostro Stato“, ha affermato il prefetto Patrizia Palmisani, ha avuto un processo laborioso in una Italia «alla ricerca di una sua identità, divisa tra monarchici e repubblicani, antifascisti e fascisti, nord e sud». Quel patto ancora oggi ci «chiama a essere attori responsabili nella comunità locale e nazionale, nella vita lavorativa e in quella istituzionale per contribuire al benessere» generale.
«Futuro e identità – ha riflettuto il presidente del consiglio regionale Federico Romani – sono le due parole capaci di dare significato alla Festa della Repubblica». Come nel 1946, al termine di due guerre mondiali, l’Italia ha dimostrato di essere una nazione oggi «dobbiamo riscoprire quel senso di comunità che ha preso forma nelle urne» del referendum e che si è tradotto nella volontà di rimboccarsi le maniche per ricostruire il Paese.
«Non può esserci unità senza sicurezza» ha commentato rivolgendo un pensiero alle forze dell’ordine e ai militari impegnati nelle missioni all’estero.
Festa della Repubblica a Monza: tricolore sulla Reggia e una contestazione, il vicepresidente della Provincia e il sindco
«La Festa – ha ammonito il vicepresidente della Provincia Claudio Rebosio – deve fornire l’occasione per riflettere sulle fondamenta della Repubblica e sulla nostra responsabilità civica». La Repubblica, ha aggiunto, porta con sé l’essenza della parola libertà che forma un binomio indissolubile con il concetto di democrazia. Ha, quindi, posto l’accento sul diritto al lavoro e alla salute, sulla tutela dell’ambiente e sul ripudio della guerra alla base della Costituzione.
«Le ricorrenze – ha spiegato il sindaco di Monza Paolo Pilotto – non sono solo memoria, ma anche un invito ad assumersi responsabilità e a prendere decisioni». Gli amministratori locali e i presidenti delle province che collaborano, al di là del colore politico, per dare risposte ai bisogni dei cittadini devono, però, fare i conti «con qualche preoccupazione con la gestione delle risorse economiche» e con la carenza di personale determinata anche dai bassi stipendi.