Le ultime notizie ufficiali sulla vicenda risaglono a più o meno un anno, a metà giugno per l’esattezza, quando Il ministero per i Beni culturali, con una lettera, mise sotto tutela il deposito Atm di Desio, i vecchi tram (42 carrozze degli anni ’20 e ’30 da salvare dalla demolizione) rimesse e recinzione. Da allora sulla sorte dei vecchi tram di Atm custoditi (o per meglio dire abbandonati) in Brianza è calato l’oblio anche a causa dell’emergenza Coronavirus. Ma i quasi 40mila firmatari della petizione che chiede il salvataggio almeno delle carrozze con un valore storico sono tornati a fare sentire la loro voce. Chiedendo una mano per far diventare il deposito Atm un “Luogo del cuore” del Fai. CLICCANDO QUI è possibile partecipare al concorso.
LEGGI Tutte le notizie pubblicate da il Cittadino sulla questione dei tram di Desio
«Fu costruito nel 1926 dalla STEL (Società Trazione Elettrica Lombarda) a servizio della tranvia Milano Carate-Giussano che la STEL aveva rilevato due anni prima dalla Lombardy, con l’impegno a elettrificare la linea. Il 1° luglio 1939, le linee gestite dalla STEL passarono in mano alla ATMI (Azienda Tranviaria Municipale Interurbana) in seguito incorporata in ATM, attuale proprietaria dell’area – si legge nella presentazione dell’inizaitiva -. Il deposito è rimasto attivo fino al 30 settembre 2011, quando la linea tranviaria è stata sostituita da un servizio di autobus. Il complesso rappresenta un importante esempio di archeologia industriale, inoltre all’interno dell’area sono rimessati, purtroppo in precarie condizioni, ben 42 rotabili storici Atm. Il Ministero dei Beni culturali lo scorso anno ha evidenziato infine l’interesse culturale del luogo e dei rotabili, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio».
Il Mibac, nella lettera (indirizzata oltre ai vari responsabili della Soprintendenza regionale, al direttore generale dei musei, al capo di gabinetto del Mibac e alla Federazione italiana ferrovie turistiche e storiche che per prima si era mossa per salvare le carrozze desiane) aveva rilevato che «il complesso architettonico che ospita il deposito Atm e le officine risale a oltre 70 anni fa» e anch’esso è dunque tutelato dallo stesso Codice. Quindi, «lavori e opere di qualunque genere, comprese le lavorazioni previste dal bando in oggetto» sono «subordinate alla preventiva autorizzazione» della Soprintendenza.