La ex Cgs di via Solferino tornerà a vivere a partire da settembre. La rinascita non riguarderà l’intero complesso industriale dismesso, tra i più vasti della città, ma la palazzina all’angolo con via Umberto I che ospitava gli uffici dell’azienda di apparecchiature elettriche e trasformatori fondata da Camillo Olivetti. Nei prossimi mesi l’ala nobile sarà riconvertita in un campus studentesco in cui si riunirà in la International School of Monza, attualmente suddivisa in due sedi a Vedano.
I lavori, coordinati dall’architetto Luciano Niero, prevedono il restauro conservativo dello stabile e la riorganizzazione degli spazi con un intervento che consentirà di non disperdere la memoria storica del vecchio stabilimento. La International School occuperà 5.000 metri quadrati all’interno dell’edificio e 1.500 all’esterno: il cuore della nuova realtà sarà costituito dalla biblioteca, ricca di volumi e di stimoli per i ragazzi, e dall’attiguo “creative learning center”. L’istituto sarà dotato di laboratori all’avanguardia e di angoli che favoriranno la socializzazione degli alunni.
Il ritorno a Monza consentirà ai responsabili della scuola di potenziare l’offerta didattica e formativa: a settembre sarà avviato il Kindergarten che accoglierà i bambini a partire dai due anni e mezzo e partirà il primo anno della High School che andrà a regime nel giro di un quadriennio. Il campus, che replicherà il modello di quello inaugurato a Milano, permetterà agli allievi di compiere l’intero percorso, dalla materna alle superiore in via Solferino, in un ambiente in cui si parla quasi esclusivamente inglese.
L’atmosfera internazionale che si respirerà in quelli che un tempo erano gli uffici di una delle fabbriche più grandi di Monza sarebbe piaciuta a Camillo Olivetti: l’ingegnere di Ivrea, infatti, parlava correntemente quella lingua. Proprio la conoscenza dell’idioma d’Oltremanica gli consentì di approfondire gli aspetti dell’ingegneria elettrica durante due viaggi negli Stati Uniti, il primo dei quali compiuto come assistente di Galileo Ferraris. In America visitò diverse aziende e proprio lì, con tutta probabilità, concepì l’idea della Cgs fondata a Ivrea alla fine del 1800, trasferita nel 1904 a Milano con tutti i dipendenti e poi a Monza. Olivetti abbandonò la sua creatura nel 1907 per tornare in Piemonte e dedicarsi alla ideazione e produzione di macchine da scrivere.
Il vociare dei ragazzi e il loro impegno nello studio ricorderanno un altro tratto dell’imprenditore che, proprio per la sua capacità innovativa, era anche una sorta di insegnante. Reclutava, infatti, i primi operai delle sue ditte tra i contadini e li formava professionalmente con brevi corsi direttamente a casa sua: da buon maestro sapeva valorizzare al meglio i più dotati, come l’ex fabbro Domenico Burzio che divenne il primo direttore tecnico della Olivetti.
Centimetro-Grammo-Secondo, ovvero Cgs: Camillo Olivetti battezzò la sua Società Anonima per Istrumenti elettrici con il nome di un antico sistema di misura elettrodinamico. La piccola fabbrica, sbarcata a Monza nei primi anni del Novecento alla ricerca di nuovi mercati e per sfruttare le potenzialità del nostro territorio, si ingrandì progressivamente fino agli anni Sessanta tanto che nei momenti di maggior espansione occupava 1.800 dipendenti tra cui parecchi ingegneri. Dal complesso di via Solferino uscivano apparecchiature elettriche e trasformatori e nei laboratori si faceva ricerca sul campo. Il declino cominciò negli anni Settanta e proseguì con la costante riduzione di produzione e personale tra cambi di proprietà e mutamenti di nome: da Cgs a Marconi Automazione ad Alstom Cgs. Nel 2008 l’ultima svolta con il trasferimento in via Ercolano e la nuova denominazione di Cgs Instrument Transformers srl.