«Non dobbiamo mai abbassare la guardia rispetto al fenomeno della droga ed oltre alle azioni repressive, messe in atto dai nostri carabinieri, è soprattutto importante cercare di portare un aiuto a queste persone che sono entrate nel tunnel della tossicodipendenza».
Così il sindaco di Cesano Maderno, Maurilio Longhin, in merito al proseguimento del “Progetto Groane” con Croce rossa, Ats Monza e Brianza e cooperative impegnate a stazionare sul territorio grazie a un presidio mobile (un’ambulanza della Cri o mezzo similare) per vigilare sulle necessità sanitarie degli assuntori di sostanze stupefacenti. Un’attività che in epoca pandemica include anche il monitoraggio-ascolto di chi fa uso di droghe e ha contratto il Covid-19, ma difficilmente farebbe riferimento a un presidio sanitario per le cure.
Il “Progetto Groane” aveva mosso i primi passi nel settembre 2019 a Ceriano Laghetto nelle zone boschive e a ridosso della stazione ferroviaria. Nel corso del 2020 il mezzo della Croce rossa ha invece fatto tappa a lungo al Villaggio Snia, in particolare in via Lombardia e in piazza della chiesa, dove il fenomeno dello spaccio era cresciuto esponenzialmente attorno alla stazione Cesano-Groane.
L’incessante lavoro delle forze dell’ordine, tra carabinieri della tenenza cittadina e Polizia locale, e anche la chiusura della stazione hanno nel tempo nettamente ridotto il fenomeno dello spaccio.
Problema risolto? Assolutamente no. Si è semplicemente spostato in altri luoghi della città: stazione centrale, via De Medici e Baruccanetta a Molinello e parco dei Tigli a Cassina Savina. Temi affrontati dal sindaco Longhin all’inizio del mese di febbraio, in un tavolo tra comuni dedicato al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nell’area delle Groane.
Un confronto cui ha fatto seguito un sopralluogo a Cesano Maderno nelle nuove aree di spaccio. Erano presenti il primo cittadino, la Polizia locale, Ats e Croce rossa.
L’idea è di spostare il presidio mobile dalla Snia nelle nuove aree a rischio. Longhin: «È stato avviato un metodo che si basa su un impegno forte, corale e coordinato di tutte le istituzioni: prefettura, forze dell’ordine, amministrazioni comunali, Regione, Ats, organizzazioni socio-sanitarie ed educative. È un nuovo modo di affrontare il problema, andando sul posto per strappare alla droga chi ne è vittima attraverso un’azione di convincimento e accompagnamento per far intravvedere un’uscita stabile dalla dipendenza».