Con 22 voti a favore, uno contrario e due astenuti è stata approvata venerdì 25 febbraio dalla Comunità del Parco, riunitasi in Villa Gina e da remoto, l’adozione della variante generale al Piano territoriale di coordinamento del Parco Adda Nord (del quale fanno parte, come soci, per la zona del Monzese, la Provincia di Monza e Brianza e i Comuni di Busnago e Cornate d’Adda). Un lungo processo iniziato nel 2016, poi interrotto e ripreso con vigore a partire dalla fine del 2019 con l’insediamento dell’attuale consiglio di gestione che ha immediatamente percepito l’esigenza di adeguare il Piano territoriale di coordinamento al nuovo quadro normativo di riferimento ma anche e soprattutto a un contesto socio-economico del territorio completamente mutato rispetto al 2000, l’anno di approvazione del Ptc.
L’adozione è solo il primo step del processo finale di approvazione della variante generale del Ptc. Il provvedimento di adozione verrà pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione (Burl) per 30 giorni. Chiunque abbia interesse potrà presentare osservazioni entro i successivi 60, che saranno discusse e votate singolarmente dalla Comunità del Parco. Successivamente la giunta di Regione Lombardia verificherà il piano controdedotto rispetto agli indirizzi regionali, agli atti di programmazione e pianificazione e alle disposizioni di legge in materia e lo approverà con propria deliberazione. La versione definitiva sarà nuovamente pubblicata sul Burl.
I principi fondativi di questa variante sono la salvaguardia, la tutela attiva e la progettualità integrata. In particolare: introdurre e consolidare regole chiare per la salvaguardia del patrimonio naturalistico del Parco e della sua riconoscibilità sociale; agevolare procedimenti di progettualità cooperativa e concorrente e consolidare approcci fiduciari e solidi tra i soggetti interessati. Attitudine alla sovra-comunalità; le reti (rete ecologica e rete verde) del Parco si devono agganciare al sistema degli spazi aperti e delle aree tutelate; l’ente Parco deve assumere un ruolo di assoluto protagonista nella promozione di iniziative di rigenerazione dei luoghi e delle infrastrutture presenti nell’area attualmente in stato di dismissione e/o sottoutilizzo e/o degrado; individuare le aree specificamente preposte all’esercizio dell’agricoltura determinando la giusta forma di tutela per le zone a maggior valore naturalistico, entro le quali le attività possono essere svolte con le dovute cautele; favorire il rapporto tra fruizione e protezione in un parco regionale.