Una direttiva europea rischia di “condannare” la metà degli immobili di Monza e Brianza. Se si parla di classe energetica, stando ai dati del Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica (SIAPE), strumento nazionale per la raccolta degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) di edifici e unità immobiliari (con l’esclusione di Campania e Sardegna), anche la provincia non se la passa affatto bene.
Direttiva green europea: tutti i nuovi edifici a emissioni zero dal 2028
La Commissione per l’industria, per la ricerca e per l’energia del Parlamento europeo, insieme agli Stati membri, ha approvato la revisione della “direttiva green” con 49 voti a favore, 18 contro e 6 astensioni. Il disegno di legge sarà sottoposto a votazione dall’Assemblea plenaria a marzo dopodiché attraverso i propri deputati, gli Stati membri avvieranno negoziati con il Consiglio per arrivare alla versione definitiva. Potrebbero occorrere due anni.
Secondo il testo approvato in Commissione, tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero dal 2028, mentre per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche dal 2026. Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, ”se tecnicamente possibile ed economicamente fattibile”, mentre gli immobili residenziali in fase di ristrutturazione si dovrebbero conformare entro il 2032. Tutte le abitazioni dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 (entro il 2027 e il 2030 gli edifici non residenziali e pubblici) per arrivare infine a emissioni zero nel 2050.
Per i nuovi edifici e gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, ristrutturazioni profonde o rinnovamenti dell’impianto di riscaldamento, entro il 2035 è esclusa la possibilità di utilizzare combustibili fossili a meno che la Commissione europea ne consenta l’uso fino al 2040.
Direttiva green europea: escluse tre categorie, come agiranno i governi
Dalla direttiva sarebbero al momento escluse tre categorie: edifici e monumenti sottoposti a tutela; edifici collocati in zone vincolate e protette; edifici residenziali usati meno di quattro mesi all’anno o per un periodo limitato dell’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe dall’utilizzo durante tutto l’anno (seconde case).
Allo stato non sono state indicate sanzioni per chi non si adeguerà: dovranno essere studiate dai singoli governi, ma resta ovviamente l’automatica perdita di valore degli immobili non a norma (che di fatto diverrebbero invendibili, ndr). Si tenga presente infatti che attualmente, la certificazione energetica riguarda immobili messi a disposizione per locazione o compravendita, e quindi tutti gli altri immobili non sono a rischio multa.
Direttiva green europea: cos’è la classe energetica
Ma cos’è la classe energetica degli edifici? Si tratta di un valore che indica l’efficienza energetica dell’immobile o unità immobiliare, in base a quanta energia è richiesta per poterci vivere in condizione di benessere abitativo, sia nella stagione calda che in quella fredda. Le classi energetiche vanno dalla classe A, quella più efficiente, indicata col colore verde, alla G, la classe peggiore, indicata dal rosso.
Secondo gli oltre 5 milioni di attestati di prestazione energetica del database Siape di Enea gli immobili di classe G e F rappresentano più del 50% di quelli presenti oggi in Italia, dove quasi 2 milioni di edifici risalgono al periodo 1945 – 1972.
Leggermente meglio a Monza e provincia – sempre secondo i dati Siape – dove gli edifici con classe energetica G sono il 27%, seguiti da quelli di classe F (22%), due categorie sulla carta già fuori norma entro soli 7 anni. Il 13,5% sarebbero invece di classe energetica D: si tratta di abitazioni già dotate di un migliore isolamento termico grazie ai muri più spessi e una più efficiente coibentazione del tetto.
Direttiva green europea: cos’è il valore “EP”
Fondamentale per l’analisi energetica è il valore “EP” che indica l’indice di prestazione energetica globale, introdotto dal 2015. Il parametro di efficienza energetica di un immobile, indispensabile sia per la locazione sia per la vendita, comprende i fabbisogni energetici annuali, espressi in kWh/mq/anno e legati alla superficie utile dell’immobile. In provincia il dato EP della componente non rinnovabile, evidenziato dal grafico, è superiore rispetto alla media nazionale (227,4 kWh/metro quadrato per anno) è inferiore (anche in questo caso evidentemente in chiave negativa) la componente rinnovabile (24,1 kWh/metro quadrato per anno a livello nazionale) e sono leggermente superiori anche le emissioni di CO2 medie (47 kg metro quadrato anno).