Dieci mesi di reclusione e risarcimento dei danni con una provvisionale di tremila euro, con rito abbreviato. È la sentenza con la quale il Tribunale di Monza ha condannato il trapper villasantese Mr Rizzus, Simone Rizzuto, accusato di avere diffamato e apostrofato con frasi oscene e offensive Rebecca Staffelli, figlia del noto personaggio televisivo Valerio.
Il trapper è stato condannato per il testo fortemente volgare e offensivo di una sua canzone, pubblicata tra l’altro su Youtube, dal titolo “Non ci siamo” che “recitava”, tra l’altro,“…20900 delinquenti, sco****o la figlia di Staffelli”. In aula, alla lettura della sentenza non erano presenti né l’imputato, né Rebecca Staffelli.
Dieci per mesi per diffamazione al traffer Mr Rizzus, la canzone contestata
La vicenda risale al 2019, quando la giovane vittima, conduttrice radiofonica e modella, aveva ricevuto su Instagram un video da parte di uno sconosciuto, un giovane di Tirano, nel sondriese, poi rintracciato, anche lui imputato per diffamazione, ma in un altro processo, avendo scelto il rito dibattimentale, nel quale, probabilmente non rendendosi conto della gravità di quanto stava commettendo, avrebbe cantato la frase della canzone, come lo stesso Mr Rizzus aveva invitato a fare.
Rebecca Staffelli, ai tempi residente a Monza, si era seriamente preoccupata tanto da presentare diversi esposti e cambiare letteralmente vita. Terrorizzata e condizionata avrebbe cercato di non rimanere mai sola, facendo attenzione, ogni volta che era in auto, alle vetture che le si avvicinavano. Insomma una vita vissuta sul filo del terrore.
Dieci per mesi per diffamazione al traffer Mr Rizzus, la diretta Instagram
Una situazione ulteriormente appesantita a seguito di una diretta Instagram del trapper che, intento a caricare una pistola con le munizioni, avrebbe detto: “Un ferro a casa per chi mi infama, lego Staffelli dentro una casa, stupro sua nonna mentre mi guarda, picchio sua figlia insieme a sua mamma”.
Una fase della vita che la giovane aveva poi avuto modo di raccontare in aula, in Tribunale, nel settembre scorso, in occasione della prima udienza.
Come misure accessorie alla pena il Tribunale ha anche disposto la sorveglianza speciale nei confronti dell’imputato che dovrà, per un anno, rimanere in casa dalle 22 alle 7. Potrà uscire, nel corso della giornata, solo dopo preventivo avviso alle autorità. Sempre su disposizione del giudice dovrà inoltre presentarsi al Sert per sottoporsi a percorsi di disintossicazione dall’utilizzo di sostanze stupefacenti