Desio, per l’omicidio Vivacqua processo a ottobre: 5 imputati

Processo il prossimo autunno per l’omicidio Vivacqua. Il tribunale di Monza ha disposto il giudizio immediato, a seguito della richiesta avanzata in questo senso dal pm Donata Costa, per i cinque imputati accusati di essere stati mandanti ed esecutori materiali della brutale esecuzione a colpi di pistola, che lasciò privo di vita nel suo ufficio di Desio l’imprenditore siciliano Paolo Vivacqua, 51 anni.
Desio - Novembre 2011, carabinieri sul luogo dell’omicidio di Paolo Vivacqua
Desio – Novembre 2011, carabinieri sul luogo dell’omicidio di Paolo Vivacqua

Processo il prossimo autunno per l’omicidio Vivacqua. Il tribunale di Monza ha disposto il giudizio immediato, a seguito della richiesta avanzata in questo senso dal pm Donata Costa, per i cinque imputati accusati di essere stati mandanti ed esecutori materiali della brutale esecuzione a colpi di pistola, che lasciò privo di vita nel suo ufficio di Desio l’imprenditore siciliano Paolo Vivacqua, 51 anni.

Processo, dunque, fissato davanti alla Corte d’Assise il prossimo 6 ottobre per l’ex moglie della vittima Germania Biondo e il suo presunto amante Diego Barba, per Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, accusati di essere i killer (già condannati in primo grado per l’omicidio della consuocera Franca Lo Jacono), e per il siciliano Salvino La Rocca, che per la pubblica accusa è stato l’uomo che ha ingaggiato gli assassini. I difensori, allo stato attuale, sono tutti intenzionati ad affrontare il dibattimento, pronti a dare battaglia contro quello che considerano un quadro probatorio “debole e insufficiente“.

Secondo l’accusa, il movente andrebbe cercato in un misto di motivazioni economiche e passionali. Vivacqua, imprenditore che aveva creato un piccolo impero partendo da un’impresa di rottamazione, indagato all’epoca dell’omicidio per un giro milionario di false fatturazioni, muoveva una grande quantità di contanti, che prelevava in quantità da diversi conti correnti. Inoltre, aveva allacciato una nuova relazione con una giovane rumena, come aveva avuto modo di scoprire l’ex moglie tradita. Gli imputati, tutti in carcere, negano.

Si annuncia, quindi, come un processo combattuto, in un clima già teso. Un paio di mesi, fa, uno dei testimoni a favore dell’accusa, ha subito un pestaggio, in circostanze non chiarite, dopo il quale ha ritrattato la sua versione dei fatti in sede di incidente probatorio. Ora è indagato per falsa testimonianza.

Qualche settimana dopo, ignoti, a Carate Brianza, hanno dato fuoco alla macchina della giovane rumena amante della vittima. Inquirenti molto cauti a fare collegamenti tra questo episodio e la vicenda Vivacqua. Ad arricchire l’intricata vicenda, ci sono poi altri elementi emersi nelle motivazioni depositate dai giudici del tribunale del Riesame, che hanno confermato la custodia in carcere. Agli atti, infatti, risulta anche la testimonianza di un compagno di carcere di Giarrana, che racconta di aver raccolto le confidenze di quest’ultimo durante l’ora d’aria, stando alle quali l’omicidio del siciliano di Ravanusa “doveva sembrare un omicidio di mafia”.