Tutti uniti, a fianco del comitato organizzatore. I maestri di contrada del Palio degli Zoccoli si schierano col comitato, nella polemica scoppiata con la Busasca. Dieci contrade contro una. «E’ giusta la punizione decisa dal comitato, che ha sospeso per due anni i maestri e i contradaioli della Busasca» dicono in coro, riuniti mercoledì sera al maniero della Dugana, per dimostrare la loro unità. I maestri si sentono chiamati in causa, dopo le parole dei rappresentanti della Busasca, Lele Levati, Andrea Ghezzi, Nicolo d’Argenio, Alberto Carrara e Matteo Iachini, che hanno attaccato il comitato organizzatore e hanno affermato che alcuni maestri di contrada stanno dalla loro parte. «Siamo offesi e arrabbiati – dice il Gran Maestro Davide Brenna – E’ stato detto che tra di noi non c’è unione. Non è così. Le parole dei maestri e dei contradaioli della Busasca non danno il giusto riconoscimento al lavoro di tutti noi. Un lavoro che comincia molti mesi prima del Palio e dura quasi un anno. Ci vuole rispetto».
Dugana, Piazza, Prati, San Giorgio, San Carlo, San Giovanni, San Pietro e Paolo, San Pietro al Dosso, Bassa, Foppa. Le contrade difendono la scelta del comitato organizzatore, che ha sospeso i maestri e i contradaioli della Busasca per il loro gesto di protesta messo in atto il giorno del Palio, lo scorso 9 giugno, contro la decisione di escludere dalla gara il contradaiolo Nicolò D’Argenio, che non aveva partecipato alla cerimonia di investitura del 26 maggio.
«E’ giusto così – dicono gli altri maestri – Potevano avvisare prima dell’assenza di D’Argenio che doveva partecipare ad un matrimonio. Perchè non l’hanno fatto? E’ capitato anche a noi di avere problemi per la presenza dei nostri contradaioli alla cerimonia di investitura: ne abbiamo parlato col comitato organizzatore e abbiamo trovato delle soluzioni. Loro non hanno detto nulla. E, per di più, avevano la possibilità di gareggiare lo stesso, perché nonostante l’esclusione di un contradaiolo, ne avevano altri due a disposizione». I maestri si dicono dispiaciuti per il clima di tensione, nato dopo la protesta.
«Desio deve voler bene al Palio e l’atteggiamento dei rappresentanti della Buscasca non aiuta a creare un clima sereno». La questione dell’assenza del contradaiolo per il matrimonio, secondo i maestri, è solo la “ciliegina sulla torta” di un rapporto che si stava già deteriorando e di un atteggiamento “sbagliato” . C’è anche chi parla di “sgarbi” e lancia accuse: «Carrara e D’Argenio chiedono soldi per correre – dice Tino Perego, maestro di San Pietro e Paolo – Lo sanno tutti. Li hanno chiesti anche a noi, l’anno scorso. Non abbiamo accettato». Il regolamento, secondo i maestri, può essere rivisto in alcuni punti. Ma va rispettato. «Se ci sono problemi, se ne parla».
Ora sono sicuri che il comitato sarà più rigido nell’applicazione delle regole. «La Busasca si è comportata male. Ha voluto fare guerra al comitato organizzatore. E’ giusta la sospensione decisa nei loro confronti, anzi, è anche poco. Vogliono ritirare la Busasca dal Palio? La contrada non è loro. Altri maestri e altri contadaioli possono prendere il loro posto. E se non succederà, pazienza. Avremo una contrada in meno»