Desio, i commercianti truffati dall’elegante nemico dei falsari

Commercianti truffati da un «quarantenne, abbronzato, accento bergamasco». Spiegano: «Ci ha venduto in contanti un rilevatore di soldi falsi, poi l’ha ritirato perchè malfunzionante. Ed è sparito».
Stefania Meda nel suo negozio. La desiana   è una delle vittime della truffa
Stefania Meda nel suo negozio. La desiana è una delle vittime della truffa

Per non farsi fregare, rimangono a loro volta fregati! La truffa con beffa, è di 183 euro. Una cifra non esorbitante, ma che ai commercianti di corso Italia, non va proprio giù. E se sulla scia del Natale appena trascorso, e sull’essere tutti più buoni e bravi, si è atteso praticamente un mese, questa settimana è partita la denuncia ai carabinieri contro un certo e presunto Fulvio B., che nel mese di novembre ha più volte tampinato i commercianti di corso Italia perché acquistassero un rilevatore di banconote false, per poi ritirarlo per presunti difetti tecnici e mai più restituirlo.

«E’ passato tre quattro volte – ha raccontato Stefania Meda, titolare del negozio di abbigliamento Rosso Fuoco e vicepresidente della delegazione commercianti-, un tipo sulla quarantina, abbronzato, una buona parlantina da venditore e un accento bergamasco, bresciano». Dopo i primi categorici “no” , Stefania, pur essendo di suo sempre molto diffidente, si lascia convincere essendo il rilevatore di banconote false in suo possesso ormai datato, ingombrante e non aggiornato per leggere le nuove 5 euro e le prossime ad uscire, banconote da 10. E’ quindi del 15 novembre la fattura numero 475, che questo presunto venditore le rilascia.

Pagato in contanti, come richiede esplicitamente, lascia i propri riferimenti per eventuali problemi. Tutto questo si replica in altri negozi sulla stessa via, dove sono state vendute almeno sette macchinette. «Alla fine mi sono lasciata convincere. Avevamo provato il rilevatore e funzionava per cui ero tranquilla, anche se potevo insospettirmi quando ha richiesto il pagamento esclusivamente in contanti». Vittima oltre a Stefania Meda, anche il presidente della delegazione commercianti Alessandro Radice, titolare del negozio di abbigliamento Piccadilly e un altro negozio, sempre di abbigliamento.

«Il 19 dicembre – prosegue il suo racconto Stefania, che ha alle spalle ben 15 anni di esperienza, cinque come franchising e dieci da titolare, senza mai cadere vittima dei numerosi “falsi d’autore” che spesso entrano in negozio – questo tizio mi si ripresenta in negozio dicendo che il modello che mi aveva venduto aveva dei problemi e che me lo avrebbe ritirato, per poi riportarmelo il lunedì successivo. Lui di fatto non è più tornato e non ha mai risposto alle chiamate, sebbene allo stesso numero avesse risposto inizialmente a Radice, che lo aveva chiamato per un problema di batterie.

Non tutte le macchinette vendute sono state ritirate, per cui abbiamo pazientato. Dato poi che non rispondeva al telefono, abbiamo verificato la Partita Iva, che di fatto esiste ed è registrata, ma chissà a chi e controllato il codice fiscale, che invece risulta errato». Inevitabile quindi la denuncia ai carabinieri questa settimana e occhi ben aperti: è infatti tra le priorità della delegazione commercianti diffondere il più possibile quanto accaduto anche sui social network per evitare che qualcun altro ci caschi!