Era il 2008 quando in via Molinara a Desio fu scoperta la più grande discarica di rifiuti tossici di tutti i tempi: 179mila tonnellate di rifiuti tossici tra i quali c’erano idrocarburi, piombo e cromo esavalente nascosti nel sottosuolo. Così i clan della ’ndrangheta avevano gestito il traffico dei rifiuti pericolosi: portandoli qui su enormi camion e poi gettandoli nel ventre di Desio.
Una ferita all’ambiente naturale della città scoperta dall’operazione Star Wars della polizia provinciale che ancora oggi attende di essere risanata. Cinque milioni saranno necessari per portare via i veleni. Dopo l’impegno di entrambe le giunte, prima il centrosinistra ora il centrodestra, per cercare di far fronte alle difficoltose operazioni di bonifica, ora il sindaco, Simone Gargiulo e il suo vice e assessore alla sicurezza, Andrea Villa, hanno compiuto un passo avanti importante: saranno analizzate le acque sotterranee che scorrono sotto l’enorme massa di rifiuti. L’obiettivo sarà scoprire se il conferimento abusivo di scarti abbia contaminato la falda acquifera. Già in passato le analisi avevano escluso ogni contaminazione delle acque ma non è impossibile che la contaminazione possa essere avvenuta successivamente.
Desio: analisi della falda nella cava dei veleni, parla la giunta
«È in gioco la salvaguardia della salute pubblica – spiega Gargiulo -. A un’azienda specializzata di Milano È stato affidato il servizio di monitoraggio delle acque che scorrono sotto la cava». «Il Comune – aggiunge Villa – sta procedendo, in sostituzione della proprietà inadempiente, alle analisi su una vasta area interessata in passato da operazioni di cava abusiva e successivamente utilizzata come discarica abusiva».
Su una ampia porzione di “terra di nessuno” compresa tra la Valassina, via Molinara e lo svincolo Desio Nord si è proceduto alla posa di quattro piezometri – due a monte e due a valle del corpo rifiuti – fino a una profondità di meno 58 metri. Il servizio sarà sviluppato in cinque fasi. L’analisi delle acque sarà eseguito in contraddittorio con l’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa). Il Comune ha stanziato oltre 11mila euro più altri 158mila euro. «L’obiettivo – ribadisce Gargiulo – è accertare che la mole immensa di rifiuti sotterrata. Gli esiti delle analisi saranno utili per capire i successivi passi di questa vicenda drammatica per l’ambiente, che grazie all’operazione della polizia provinciale ha permesso di sollevare il coperchio sugli affari della malavita organizzata nel business dei rifiuti. Una ferita profonda che da 16 anni attende di essere rimarginata».