Decreto svuotacarceri, a Monza tensioni tra Lega e centro sociale

Decreto svuotacarceri, un cordone di forze dell’ordine ha tenuto separati i militanti della Lega Nord e i ragazzi del centro sociale Foa Boccaccio, davanti alla casa circondariale monzese.
I militanti del Foa Boccaccio davanti al carcere monzese di via Sanquirico.
I militanti del Foa Boccaccio davanti al carcere monzese di via Sanquirico.

La pioggia battente non ha fermato i manifestanti che questa mattina si sono dati appuntamento in via Sanquirico, davanti alla casa circondariale di Monza. Un cordone di forze dell’ordine tra Polizia e carabinieri ha tenuto separati i due gruppi: il presidio della Lega Nord, che si è appostato a pochi passi dai cancelli di ingresso del carcere, e quello dei ragazzi del centro sociale Foa Boccaccio, che si sono fermati all’inizio di via Sanquirico.

Bandiere e slogan per i padani che hanno protestato contro il decreto svuota carcere in discussione in questi giorni a Roma. «Protestiamo contro questo decreto che va contro ogni buon senso – ha dichiarato il segretario provinciale della Lega, Alberto Rivolta -. Questo governo vuole riempirci di clandestini e svuotare le carceri, proprio mentre in Brianza assistiamo a furti, scippi e reati contro il nostro territorio. Questo decreto va contro gli interessi della nostra gente».

Chiare le idee del segretario provinciale leghista anche in merito al sovraffollamento. «La soluzione è semplice: dal momento che oltre il 50% della popolazione carceraria è straniera, la misura alternativa al carcere è l’immediata espulsione dei detenuti stranieri nei loro Paesi d’origine». Eppure oggi nel carcere di Monza sono detenuti 690 persone a fronte di una capienza regolare di 364.

«La manifestazione della Lega è una gravissima provocazione, frutto di una visione della società completamente chiusa in se stessa», è la risposta dei componenti del Boccaccio. Peccato che loro per primi si siano chiusi in se stessi, non rilasciando alcuna dichiarazione e impedendo ai giornalisti di avvicinarsi e filmare o fotografare il presidio. A parlare per loro solo lo striscione appeso all’ingresso di via Sanquirico: “Basta Lega, basta galere”.