«La situazione è molto critica: non abbiamo tutte le risorse che servono per chiudere il bilancio, ma avremo un quadro più completo nel giro di qualche settimana». In via Grigna il decreto Enti locali non ha portato alcuna buona notizia: come conferma il presidente Gigi Ponti la Provincia rimane sull’orlo del dissesto finanziario dopo che il Governo ha bocciato tutte le richieste di soccorso partite dalla Brianza. Amministratori e tecnici hanno tempo fino al 30 settembre per compilare il preventivo 2015, ma sanno già che il buco da chiudere ammonterà a qualche milione: forse non saranno gli 8 abbondanti calcolati di recente, ma la voragine non sarà di piccole dimensioni.
«Da Roma – spera Ponti – arriverà qualche goccia dato che il Governo ha istituito un fondo di 30.000.000 di euro per le province in difficoltà. A noi spetterà senz’altro qualcosa» in quanto il nostro territorio riceve dallo Stato molto meno rispetto a tutti gli altri.
A Monza, infatti, dovrebbero pagare i dipendenti, riparare le strade, sistemare le scuole, tutelare l’ambiente e far funzionare i pullman spendendo 19,53 euro per ogni cittadino a fronte di una media nazionale di 39,71 e una lombarda di 32,62. Per non parlare del picco di Rieti che ottiene dalla capitale oltre 82 euro per ogni abitante.
Qualche briciola potrebbe giungere anche dai finanziamenti destinati ai centri per l’impiego ma via Grigna, se non arriveranno stanziamenti più sostanziosi, dovrà tagliare ulteriormente i servizi ai cittadini. I primi, in ordine di tempo, a essere penalizzati saranno i passeggeri degli autobus: per settembre è già programmata una nuova decurtazione delle corse mentre gli appalti delle linee che percorrono il vimercatese e la Brianza occidentale che entreranno in vigore a gennaio 2016 saranno falcidiate del 24,5%. Solo per la gestione del trasporto pubblico locale occorrerebbero altri 4.500.000 di euro che non ci sono. Gli uffici potranno solo limitare i danni con i 3.900.000 che la Provincia riceverà dalla Regione per la vendita dell’ala sud della sede in cui saranno ospitati i dipendenti del Pirellone attualmente in piazza Cambiaghi e quelli dell’Arpa distaccati all’ex ospedale di via Solferino.
La Corte dei conti, del resto, la scorsa settimana ha rilanciato l’allarme suonato alcuni mesi fa: con le risorse a disposizione, che negli ultimi anni si sono sempre più assottigliate a causa dei tagli ai trasferimenti statali, le aree vaste non riusciranno a garantire «servizi di primaria importanza». L’attuazione della riforma Delrio, hanno aggiunto i magistrati contabili, ha creato una «forbice tra risorse correnti e fabbisogno» che rischia di diventare «difficilmente sostenibile». La legge che nell’immaginario collettivo ha abolito le province ha, insomma, causato una situazione «per certi versi emergenziale». Gli organismi intermedi, ad esempio, continuano a pagare gli stipendi dei dipendenti che secondo la Delrio dovrebbero essere assorbiti dai comuni e dalle regioni senza, però, ricevere fondi adeguati. Lo Stato, oltretutto, si mangia gran parte delle somme che incassano attraverso l’addizionale sull’Rcauto e l’Imposta di trascrizione che per decenni hanno consentito a queste istituzioni di funzionare e fornire i servizi ai cittadini. Il decreto Enti locali oltretutto, accusa ancora la Corte dei Conti, non ha alleviato le difficoltà della gran parte dei presidenti italiani a causa dell’introduzione di misure di «relativa efficacia».