Da “Il tempo delle mele” a “Nato il 4 luglio”, quando Monza era una piccola capitale del cinema

I tempi d’oro di cui Cardin fu protagonista: non era raro che venissero chiamati Carabinieri o Polizia per “regolare” il traffico dei cinefili. Così è successo al Capitol con gli spettatori delle prime proiezioni de “I Fichissimi” e con altre pellicole
Franco Cardin
Franco Cardin Fabrizio Radaelli

Quando Monza era una piccola capitale del cinema le sale cinematografiche venivano letteralmente prese d’assalto e non era raro dover aspettare lo spettacolo successivo perché quello desiderato aveva già raggiunto il numero massimo di spettatori.



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E non era raro che venissero chiamati Carabinieri o Polizia per “regolare” il traffico dei cinefili. Cardin (deceduto oggi, il giorno di Natale) aveva più volte raccontato a il Cittadino le difficoltà incontrate per tenere a bada al Capitol gli spettatori delle prime proiezioni de “I Fichissimi” e il blocco di via Cortelonga da parte delle forze dell’ordine per contenere i ragazzini scatenati, alcuni saliti sui tetti delle auto, che volevano assistere a “Il tempo delle mele” in programma al cinema Teodolinda. “Per non parlare-ricordava- delle ambulanze chiamate per soccorrere gli spettatori che si erano sentiti male durante la proiezione di “Nato il 4 luglio”.

Bei tempi quelli in cui in città vi erano ben otto sale : Apollo, Astra, Centrale, Capitol, Maestoso, l’ultimo nato nel 1978, Teodolinda, Metropol e Manzoni. Monza era una città multisala con sale cinematografiche sia in centro che in periferia, tant’è vero che i cinema erano stati messi in rete con agevolazioni e promozioni sui biglietti. Inoltre, era stato proprio Cardin a “inventare” formule copiate anche in altre città: il “Cinema con the”, proiezioni pomeridiane che si concludono con una buona tazza di the fumante e le proiezioni con prezzo ridotto al sabato pomeriggio, il biglietto cumulativo per le famiglie.