Da Cesano a Hollywood: Denis veste Di Caprio, Al Pacino e Tommy Hilfiger

Denis Frison, 38 anni a febbraio, cresciuto da bambino tra via Como e il Villaggio Snia, è passato dalla magia dei magnifici cappelli di nonna Adele Brenna ad aprire nel 2015 la sua prima boutique a Los Angeles.
Denis Frison con Tommy Hilfiger
Denis Frison con Tommy Hilfiger Cristina Marzorati

Tra la magia dei magnifici cappelli di nonna Adele Brenna, un’istituzione tra i commercianti cesanesi, ha sviluppato il suo estro già all’età di 10 anni. Semplici giacche modificate con qualche ritocco anticipavano la moda di oggi. La passione, nel tempo, è diventata pura classe. Materiali, idee, linee sartoriali per uomo gli hanno permesso di aprire la prima boutique a Los Angeles e diventare un brand talmente affermato che Al Pacino, Leonardo di Caprio e persino lo stilista Tommy Hilfiger si vestono da lui.

Il sogno americano è realtà per Denis Frison, 38 anni a febbraio, cresciuto da bambino tra via Como e il Villaggio Snia. Nel 2015 ha scommesso su se stesso, è volato negli Stati Uniti e oggi è ospite fisso agli Oscar. Ha realizzato una preziosa tenuta da lavoro per Wolfgang Puck, dal 1994 chef della cena di gala dell’evento, e i suoi capi hanno sfilato a Parigi, in un evento da remoto. Ma da dove inizia la sua storia? Papà Maurizio e mamma Erminia gestiscono un albergo sulla riviera romagnola.

Da Cesano a Hollywood: Denis veste Di Caprio, Al Pacino e Tommy Hilfiger
denis frison con al pacino

«Mamma prima aveva un negozio di animali in centro a Cesano – si racconta Denis –. Io andavo a scuola, venivo accudito dai nonni paterni Franco e Dina al Villaggio Snia. Ricordo ancora che ci si trovava a giocare in strada tra ragazzini: non ero un grande amante del pallone, preferivo la bicicletta». Ma è nel negozio di nonna Adele, a due passi dal Borromeo, che Denis mette in pratica il suo sogno. «Sinceramente è stata lei a farmi amare il teatro, la cultura. Nel suo negozio di cappelli mi aiutava a modificare le giacche». Denis poi cresce e s’iscrive all’istituto alberghiero a Milano. «All’epoca non mi piaceva studiare, mi sono rifatto dopo; mi piaceva invece viaggiare e allora ho fatto il triennio». Inizia a lavorare come barman in Svizzera, ma cambia tutto con un incontro in un negozio di amici a Milano. «Conosco Stefano Durelli di Henry Cotton’s. Gli piace il mio modo di fare, le mie idee, m’invita in ufficio e nei 10 anni successivi sarà il mio maestro». Denis all’inizio fa i caffè, poi le sue idee vengono ascoltate, concretizzate. «Lavoro per sarti, finalmente ho una certa manualità e dopo 13 anni di gavetta, a 30 anni compiuti, voglio un mio brand, “Denis Frison”. Ci provo negli Stati Uniti». Quando vola all’estero Denis è un talento emergente che ha un certo seguito. Lo apprezza Franca Sozzani, già direttrice di “Vogue Italia”.

«Nel 2015 apro la prima boutique a Los Angeles, capi unici da uomo, sartoria italiana. L’inizio è difficilissimo, ma non mi dilungo, non è nella mia indole piangermi addosso». L’attività spicca il volo una sera, quando conosce Al Pacino. «Pensava che facessi parte dell’entourage che gli stava proponendo un film; scopre invece che sono un sarto e dice che mi chiamerà fra una settimana. Così ha fatto. Ho realizzato il primo di tanti abiti per lui e poi il tam tam sui social ha fatto il resto». Sono arrivati Robert De Niro, Leonardo Di Caprio e Colin Firth e poi una grande soddisfazione: «Da cinque anni sono il sarto dello stilista Tommy Hilfiger».