Crisi Monza calcio, parla l’ex ad Prada: «Io, Armstrong e il mistero Bingham»

Intervista all’ex amministratore delegato del Monza calcio sulla crisi che sta vivendo la società biancorossa. Domenica 28 sono ripresi gli allenamenti: altri big hanno lasciato la corte di mister Pea.
Crisi Monza calcio, parla l’ex ad Prada: «Io, Armstrong e il mistero Bingham»

A Bassano del Grappa, nell’ultimo turno di campionato di Lega Pro, c’era anche Maurizio Prada, l’ex amministratore delegato dell’Ac Monza Brianza 1912. Qualche difficoltà per entrare allo stadio, vittima della tessera del tifoso. Qualche saluto. Un abbraccio a Tonino Asta. «Non potevo mancare», racconta, «per Tonino ma anche per i ragazzi, con alcuni dei quali ho avuto un rapporto speciale. Molti lasceranno la squadra a gennaio. Un peccato per loro, che purtroppo vengono trattati come merci dimenticandosi che sono ragazzi e uomini, e per tutto il Monza, per tutto quello che sta succedendo».

E cosa sta succedendo? «Bingham è il nuovo proprietario, bisognerebbe chiederlo a lui. Personalmente non ho avuto il piacere di incontrarlo o parlarci. È normale che i tifosi abbiano qualche pregiudizio, innanzitutto credo perché stia mancando chiarezza. Se fosse stato mio cliente, certamente non gli avrei consigliato di entrare così nel Monza, e con questi tempi. Per giunta non ho visto nemmeno l’atto di vendita, che ancora non è stato depositato. Sono curioso anch’io, soprattutto per scoprire come abbiano fatto a dilazionare le tempistiche per la ricapitalizzazione». Quel famoso milione di euro e spicci che doveva essere versato contestualmente e che invece sembra possa arrivare solo entro il 31 gennaio, con un’immissione di soldi freschi il 29 dicembre per provare a convincere qualche ragazzo a rimanere.

La trattativa

Come si è arrivati alla vendita, senza che Prada, da amministratore delegato, abbia mai incontrato nessuno? «Direttamente attraverso Armstrong. Non dai suoi avvocati, direttamente da lui. Le offerte non sono mancate, so che qualcuno ha anche provato a passare attraverso gli studi legali, ma non ha mai ricevuto riscontro. Anche su questo però so poco o nulla. Con Armstrong non parlo da quattro mesi. Ho anche provato ad incontrarlo a Dubai, dove mi sono recato per lavoro e non per cercare un possibile acquirente, ma si è negato». Segnali di un cattivo rapporto. «No. Di Armstrong ne ho conosciuti due. Uno a Portogruaro, con un’attenzione encomiabile per il nonno; una persona così attaccata alla famiglia non può non avere valori. L’altro è quello sommerso, chiuso nella sua torre a Dubai. Questa dicotomia è spiazzante». Più voltafaccia di Seedorf dunque. «Seedorf, a mio parere, è stato molto chiaro. Fino a dove ha potuto è arrivato. Oltre, aveva detto che non si sarebbe spinto. Al contrario di Armstrong che nell’ultimo periodo ha continuato a procrastinare promesse e scadenze».

Monzello e Brianteo le zavorre

Ci sono i debiti, ma anche un passivo in continua crescita. «I debiti sono aumentati ma non sono lievitati con Armstrong. In prima persona ha messo quasi cinque milioni di euro, tra operazioni di marketing e stipendi. Voleva assolutamente la Serie B, ma il progetto necessitava di continue iniezioni di fondi da parte sua. Perché il Monza per come è strutturato deve stare in B. Altrimenti Monzello e il Brianteo sono pesanti da sostenere». Mancato lui è crollato tutto. «Abbiamo avuto le prime avvisaglie ad agosto. Gli stipendi sono arrivati all’ultimo, ma c’erano ingenti impegni finanziari da rispettare e il presidente fino a quel momento era sembrato solidissimo. E vulcanico». Un vulcano che è esploso, portando distruzione sul Monza. Ci rivedremo al Brianteo? «Spero di sì. In questo momento evito per non alimentare voci e allusioni. Sicuramente seguirò la squadra da lontano e poi chissà, qualche apparizione, come a Bassano». Frase che si chiude con lo sguardo di una persona che, prestata al mondo del calcio, ne è stata travolta, innamorandosene. Ed ora il distacco è forzato.

Le altre rescissioni

Tornando al campo, domenica 28 Pea ha iniziato a preparare la sfida con la Pro Patria, con lui i ragazzi ancora legati da un vincolo contrattuale. Tra questi non ci sono Radrezza, Virdis, Burrai ed Hetemaj che hanno rescisso. Tanti altri lasceranno la squadra dando seguito alla procedura di messa in mora e saranno rimpiazzati dai giovani di belle speranze dell’accademia di Morris Pagniello. La prima domanda che vien da porsi è: basteranno 28 punti per la salvezza? E poi ce ne sono molte altre, alle quali sicuramente risponderà Bingham.