L’obiettivo non è la guarigione, purtroppo impossibile, ma offrire assistenza, un po’ di serenità e adeguato accompagnamento. Lo strumento per farlo è un nuovo servizio ambulatoriale, totalmente gratuito, per visite specialistiche, ascolto e orientamento per i malati e per le famiglie. La Cooperativa La Meridiana, in occasione del settimo anniversario dell’Hospice San Pietro, attiva un nuovo punto a Monza, con la presenza di medico, infermiera, psicologa e assistente sociale per coloro che si trovano ad affrontare a domicilio cure palliative e malattie in fase terminale.
“Qui le persone troveranno la possibilità di controlli, piccoli interventi infermieristici – precisa Sara Zambello, assistente sociale di Meridiana – ma anche assistenza dal punto di vista psicologico e per eseguire pratiche di vario genere, come quelle legate alle misure previdenziali. Faremo una brochure informativa da distribuire ai medici di base”.
Il numero di telefono per accedere alla prenotazione dell’ambulatorio è 039 3905480, attivo dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì.
Un servizio che fa tesoro proprio di questi 7 anni di cammino nel reparto hospice con 11 posti letto che ha accolto 1.102 persone, grazie a un personale altamente specializzato. E che oggi nasce anche grazie alla generosità di Claudio Bescapè, benefattore legato a Meridiana, alle cui cure scelse di affidare la moglie malata di Sla, scomparsa nel 2019.
“L’Hospice – spiega Andrea Magnoni, direttore sanitario de La Meridiana – è un luogo che richiede una grande vicinanza: i gesti, gli sguardi e le parole sono parte integrante dell’assistenza e della cura. È un luogo di grande intensità umana che richiede da parte degli operatori enorme attenzione. Il tempo qui è breve, ma si allarga perché diamo valore a ogni istante e perché si crea una sincronia emotiva. Ci colpisce sempre molto la gratitudine che ci viene dimostrata anche in un frangente così doloroso”.
Numerose infatti le lettere di ringraziamento scritte dai familiari ed indirizzate al team dell’Hospice San Pietro, che dimostrano quando sia stato importante poter contare su persone che all’interno della struttura hanno condiviso i sentimenti di dolore, di paura, d’angoscia, ma anche di speranza.
“Siamo testimoni dell’amore che è più forte della morte – sottolinea padre Pietro Ottolini, cappellano della struttura-. Qui la mia vocazione è nel verbo guardare. Gli operatori hanno la verità professionale, io ho solo la verità umana e sto accanto alle persone”.
“Siamo chiamati – dichiara Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana – ad “abbattere” le barriere culturali erette sul grande tema legato alla fine della vita. Meridiana si sente in dovere di contribuire allo sviluppo di una cultura di fine vita e di promuovere all’interno della comunità riflessioni su questo importante tema. Prima della pandemia avevamo in programma di organizzare momenti di sensibilizzazione in grado di coinvolgere ambiti diversi: dalle Parrocchie al mondo dell’associazionismo, dagli addetti ai lavori a tutti i cittadini. Una proposta che presto rilanceremo.
“La fase terminale della vita – conclude Mauri – apre anche un’altra questione: il tema della qualità della cura. Non si tratta di affermare “Si” o “No” alla vita, ma di quale cura, di quale assistenza o meglio di quale accompagnamento desideriamo offrire alle persone che vivono momenti di disperazione o che si trovano in fase terminale.”
Il 29 maggio alle 17 nel cortile della Sab Pietro si svolgerà una Santa Messa a suffragio dei defunti che sono stati ospiti dell’hospice de La Meridiana. Per sostenere i progetti della cooperativa IBAN: IT 87 N 05216 01630 000000003717.