Concorezzo: padre e marito violento viene assolto

L'uomo 73enne residente in paese era stato denunciato dalla figlia, ma il fatto non sussiste
Giornata contro la violenza alle donne, gazebo della Polizia di Stato a Monza

A distanza di cinque anni dalla denuncia presentata dalla figlia, lunedì 14 novembre presso il Tribunale Monocratico di Monza, giudice Roberta Riccio, un 73enne residente a Concorezzo, è stato giudicato e assolto perché il fatto non sussiste del reato di maltrattamenti ma condannato a mesi 6 e giorni 10 con pena sospesa e non menzione, oltre al risarcimento dei danni e rifusione spese legali in favore della parte civile, per l’accusa di lesioni ai danni di una delle figlie, con la sospensione condizionale della pena e la non menzione.

Concorezzo: padre e marito violento, i fatti

I fatti risalgono al 2017, e dalla denuncia presentata al tempo sembrava che si trattasse di una situazione di violenze famigliari da parte di un padre padrone. Marito e padre padrone con la moglie e le tre figlie che non dovevano assolutamente contraddirlo altrimenti erano botte, arredi scagliati addosso, frustate con una prolunga di corrente. Oltre alle violenze fisiche, anche quelle psicologiche verso una figlia adolescente affetta da disordini alimentari. Anni di angherie e vessazioni tanto che alla fine, dopo l’aggressione del 2017 la figlia più grande aveva deciso di presentare denuncia. La primogenita, oggi 27enne, nel giugno 2017, era stata “colpita con diversi pugni e al viso con una prolunga elettrica, provocandole una ferita al labbro e contusioni alla faccia e alle spalle”. Una situazione che a quel punto lo stato di paura, avvilimento, umiliazione e sofferenza continue, non ha dato più la forza alle quattro donne di sopportare oltre. E da quest’ultimo episodio infatti la denuncia che la figlia maggiore.

Concorezzo: padre e marito violento e l’avvocato Ruffo non si ferma

L’avvocato Francesco Ruffo, difensore delle parti civili, a fine udienza ha dichiarato: “Le mie assistite hanno preso atto che il loro congiunto sia stato ritenuto colpevole per la sua esecrabile condotta, ma ci riserviamo comunque ogni eventuale ulteriore iniziativa alla luce delle motivazioni della sentenza che saranno depositate tra 90 giorni”.