Poche persone non fanno un luogo di culto. In sintesi sono queste le motivazioni che hanno spinto il Tar della Lombardia a sospendere l’ingiunzione emanata dal comune, che diffidava la “Associazione culturale islamica” di Cesano Maderno a utilizzare i locali di via Udine al Villaggio Snia ai fini di culto, come se si trattasse di una moschea. Era stata la stessa associazione a fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Comunque la trattazione del merito del ricorso è rinviata a un’udienza pubblica fissata per il 5 giugno prossimo. Intanto su Internet è disponibile il testo integrale della sentenza di sospensione.
«Considerato il ricorso, seppure ad un primo sommario esame e salvi i necessari approfondimenti in sede di merito, meritevole di accoglimento, in quanto non appare dimostrato da parte del Comune l’effettivo svolgimento di attività di culto all’interno dell’immobile di cui è causa, non parendo sufficiente la presenza di poche persone intente a pregare, come nel caso di specie». Ermetico il commento del primo cittadino Gigi Ponti: «Leggendo il testo della motivazione, la sentenza si commenta da sè. Necessariamente terremmo alta la soglia di attenzione. La questione aperta deve trovare una soluzione che rispetta i diritti di tutti».