Cesano Maderno: l’arcivescovo Delpini per i 60 anni più uno della parrocchia al Molinello

La festa patronale della parrocchia san Pio X, al Molinello di Cesano Maderno, vedrà il “clou” domenica 19 e si concluderà lunedì. Giovedì sera la messa con l’arcivescovo Mario Delpini.
I sacerdoti all'altare con le autorità locali
I sacerdoti all’altare con le autorità locali Paolo Volonterio

La festa patronale della parrocchia san Pio X, al Molinello di Cesano Maderno che vedrà il “clou” domenica 19 e si concluderà lunedì, è stata solennizzata, nella serata di giovedì 16 settembre, sotto una pioggia torrenziale, dalla presenza dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, che ha ricordato i 60 + 1 anni di fondazione della parrocchia, la cui prima pietra, del primo tempio, era stata posata il 19 marzo 1955 dall’allora arcivescovo Giovanni Battista Montini, poi Papa Paolo VI, e benedetta 6 ottobre 1957. E i 40 anni di fondazione della nuova chiesa, avvenuta per mano del cardinal Carlo Maria Martini, il 12 maggio 1984.

Prima della celebrazione solenne dell’eucaristia fissata per le 20.30, Delpini, ha visitato la mostra fotografica dei 60 anni di storia del villaggio Molinello allestita all’interno del teatro Pedretti. Ha fatto da cicerone Renato Pilli, presidente dell’Azione Cattolica. Con Delpini all’altare hanno concelebrato don Stefano Gaslini, responsabile della comunità pastorale Pentecoste; don Angelo Valera, vicario parrocchiale; don Simone Sormani, responsabile della pastorale giovanile; don Davide D’Alessio, referente della parrocchia Sant’Ambrogio e Carlo e don Luigi Bosisio, unitamente al diacono Gianpaolo Natelli.

Erano presenti a rappresentare l’amministrazione comunale, il sindaco Maurilio Longhin, e gli assessori Celeste Oltolini (lavori pubblici) e Pietro Nicolacci (sport). A nome del consiglio pastorale Anna Natelli ha dato il benvenuto all’arcivescovo.

Cesano Maderno: l’arcivescovo Delpini per i 60 anni più uno della parrocchia al Molinello
L’arcivescovo Delpini visita la mostra fotografica di 60 anni di vita della parrocchia san Pio X 3) I sacerdoti all’altare con le autorità locali

Nel ringraziarlo per la presenza ha ricordato che: “l’unità tra tutti i fedeli provenienti da diverse parti d’Italia, ha creato una comunità viva e dinamica che da ben 60 anni, si riconoscenze in questa porzione di chiesa, accompagnati dal santo Papa Pio X, anche lui proveniente dalle terre venete come tanti di noi. Ora la comunità si è allargata, ma lieta di questo nuovo cammino di fede”.

All’omelia l’arcivescovo ha imbastito la sua riflessione su “quelli che non tornano a ringraziare”. Su quelli che avendo ricevuto grazia non sentono che si sia stabilita una relazione, mentre il Samaritano sì. E si è chiesto: “chi sono gli altri nove, dove sono? Uno forse si chiama “gaudente”, quando si è visto guarito si è sentito sopraffatto da una euforia incontenibile, da una voglia di far festa. Così capita che chi ha ricevuto molto non si ricorda di ringraziare. Un altro si chiama “rognoso”, lui preso dal risentimento sostiene: certo che mi doveva guarire. Così capita di chi ha molte pretese e tutto gli sembra dovuto. Un altro si chiama “scettico”. Sì, guarito sono guarito. Ma chi sa se è poi stato lui, Gesù?. Il quarto è “l’indaffarato”: non ho tempo, non ho tempo!, quante cose ci son da fare. Il lavoro più importante della loro vita. L’altro ancora è il “distratto”, voleva ringraziare, ma ha visto una cosa importante e si è dimenticato. Capita ai superficiali. Il sesto è il “complessato”. Si sono guarito ma tutti mi guardano con curiosità. Poi il “pigro”, sì, vado a ringraziare, ma adesso non ho voglia. L’ottavo è il “nostalgico”. In realtà era meglio prima quando ero lebbroso. Era meglio prima quando avevo a che fare con la città e le sue beghe. Cosi chi rimpiange quello che è stato, non si rende mai presenza viva e lieta. L’ultimo è l’insofferente”: aveva sempre da dire di tutti. Non stava bene con nessuno. L’idea di tornare con il Samaritano a ringraziare lo metteva di malumore. Cosi non si combina niente perché non si sopportano gli altri, con cui si dovrebbe fare qualcosa. “Noi invece – ha concluso Delpini – questa sera siamo qui per ringraziare”. Al termine della messa don Gaslini dall’ambone ha ringraziato il vescovo per la presenza “ che ci conferma nella fede”.

Durante i saluti delle autorità presenti, Arturo De Marco, ha donato tre grossi volumi di 50 anni di storia del villaggio san Pio X Mulinello, da lui scritti.