C’è una class action avviata dall’associazione Codici per tutelare i consumatori che hanno acquistato una mascherina U-Mask, al centro di un’inchiesta della Procura di Milano e nei giorni scorsi di un sequestro per la verifica delle corrette capacità di filtraggio. L’indagine ha avuto origine dall’esposto di una ditta concorrente e poi si sviluppata nell’intervento dei Carabinieri del Nas di Trento per il sequestro del laboratorio analisi di Bolzano. Il caso è finito anche a Striscia la Notizia.
“Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della situazione – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed abbiamo fatto anche noi i nostri passi. Abbiamo, infatti, inviato una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato affinché faccia chiarezza su un caso che presenta troppe ombre”.
La maschera U-Mask ha avuto molto successo sia per il design sia per il tessuto innovativo “biotech” in grado, attraverso diverse certificazioni, di bloccare i contaminanti nell’aria “distruggendoli” col filtro.
Una nota dell’azienda ha sottolineato che: “Il prodotto U-Mask rispetta pienamente le norme e le leggi in materia. Tutta la documentazione tecnica relativa ai nostri dispositivi è stata a suo tempo inviata, come prescritto dalla legge, alle Autorità competenti, ossia il Ministero della Salute, che preso atto della correttezza della documentazione allegata e delle prove tecniche effettuate, ne ha disposto l’approvazione e la registrazione come dispositivi medici di classe uno”.
Sul sito dell’associazione è disponibile il modulo di adesione alla class action. Per inviare segnalazioni, la delegazione lombarda risponde alla mail codici.lombardia@codici.org o ai numeri 02 36503438 e 351 7979897.