Al grido di allarme lanciato da Giuseppe Caprotti che chiede al Parco regionale della valle del Lambro il permesso di rimpiazzare il viale di pioppi di Albiate perchè a suo dire «sta crollando», l’ente risponde attraverso una nota stampa nella quale precisa che «la dovuta risposta in merito alla richiesta di autorizzazione al taglio di circa 170 piante sull’area agricola di proprietà del signor Giuseppe Maria Giorgio Caprotti, lungo la strada che all’altezza di Albiate costeggia la Monza-Carate, presentata agli uffici competenti del Parco, è in corso di redazione ed è una valutazione che va esclusivamente nella direzione della tutela del patrimonio arboreo esistente».
Caso pioppi ad Albiate, il Parco Valle Lambro si esprime anche sulla proposta di sostituzione: «È una specie pioniera, cambierebbe la peculiarità paesaggistica»
Ciò è dovuto – si legge nella nota – «alla necessità di valutare in maniera approfondita la reale condizione delle piante delle quali si chiede un abbattimento, che di fatto determinerebbe la cancellazione di un filare di pregio sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico».
Dalle prime analisi effettuate dai tecnici del Parco, soltanto una parte dei pioppi presenta uno stato vegetativo pessimo; la restante parte, più di un centinaio di esemplari, risulta in uno stato di salute più che sufficiente o buono.
«Per questo si richiederà alla proprietà di effettuare esami approfonditi in grado di verificarne la stabilità: non è sufficiente basarsi su ipotesi di possibile instabilità delle piante» aggiunge l’ente e, in riferimento alla proposta di cambiare specie e sostituire i pioppi cipressini con tigli, gli esperti del Parco evidenziano che «il pioppo è una specie pioniera capace di adattarsi a condizioni estreme e una simile scelta porterebbe inevitabilmente alla modifica della peculiarità paesaggistica consolidata di quel tratto del territorio e, così come previsto dalle norme di settore, per un simile provvedimento occorrerebbe un’autorizzazione paesaggistica con nullaosta da parte della Soprintendenza delle belle arti e del paesaggio».