Gran parte dei detenuti del carcere di Monza potrebbe scontare pene alternative in quanto condannata a meno di quattro anni di reclusione: lo spiegano gli esponenti del centrosinistra che lunedì 31 luglio hanno partecipato alla visita in via Sanquirico organizzata dall’associazione Nessuno tocchi Caino e dalla Camera penale.
Carcere di Monza: visita organizzata da Nessuno tocchi Caino e Camera penale
«L’urgenza prioritaria rimane il sovraffollamento – afferma Vincenzo Di Paolo, capogruppo provinciale di Brianza Rete Comune – a fronte di una capienza massima di 411 posti i detenuti sono 669: 407 potrebbero accedere a misure alternative ma mancano i luoghi» per garantire loro questa opportunità.
«Molti stranieri – aggiunge l’ex senatore del Pd Roberto Rampi – non possono scontare la detenzione ai domiciliari perché non hanno nessuno che li ospiti».
Carcere di Monza, situazione comunque migliore di altre carceri
In cella, prosegue, ci sono tanti reclusi con problemi psichiatrici a causa della carenza di strutture specifiche.
Le condizioni di via Sanquirico, commenta, sono comunque migliori rispetto a quelle di altre carceri: «L’edificio è stato costruito una trentina di anni fa ed è pulito – prosegue – sarebbe, però, necessario ristrutturare la palestra e il teatro, inutilizzati da tempo, ulteriormente danneggiati dal maltempo dei giorni scorsi. Sarebbe, soprattutto, indispensabile consentire a tutti di poter lavorare» ampliando il numero di aziende che organizzano laboratori ed effettuano parte delle loro produzioni dietro le sbarre.