“Da prete a vescovo: la mia esperienza di vita”, è il tema con cui monsignor Roberto Busti ha conversato al Rotary Sedeca, di cui è presidente Gilberto Chiarelli. Monsignor Busti che attualmente vive a Carate Brianza, è vescovo emerito di Mantova dal giugno 2016. Dopo l’ordinazione del 27 giugno 1964 in Duomo a Milano per mano del cardinal Giovanni Colombo, viene inviato come coadiutore della parrocchia dei santi Ambrogio e Simpliciano in Carate Brianza, quale assistente del prevosto Giovanni Saldarini, poi cardinale di Torino.
Monsignor Busti al Rotary Sedeca, le sue parole
Nel 1981 l’arcivescovo di Milano, cardinal Carlo Maria Martini lo incarica di riorganizzare le iniziative dell’arcidiocesi in merito alle comunicazioni sociali. Poi nominato portavoce dello stesso arcivescovo. Nel 1999 viene nominato prevosto mitrato di Lecco, prefetto del venerando capitolo, parroco di san Nicolò e decano delle ventotto parrocchie che formano il decanato di Lecco. Il 13 luglio 2007 papa Benedetto XVI lo nomina vescovo di Mantova.
Ricopre anche il ruolo di membro della commissione episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della conferenza episcopale italiana (Cei). Il 3 giugno 2013 papa Francesco accoglie la sua rinuncia per raggiunti limiti di età. “Quello che viene a mancare oggi nella chiesa è la vera trascendenza– ha iniziato così il suo intervento monsignor Busti– noi avvertiamo il contrasto che le parole che Gesù disse ai suoi discepoli all’ultima Cena incontrano con le burrascose idee correnti nel mondo contemporaneo circa il nome di Dio e che come una tremenda ondata sommergono la fede in tanti uomini del nostro tempo. Queste idee sono molte e gravi e complicate e assumono nomi come secolarizzazione, demitizzazione, desacralizzazione, contestazione globale e ateismo, cioè assenza o negazione di Dio”.
Monsignor Busti al Sedeca: “Il Sinodo serve a far germogliare sogni”
Poi si è chiesto: “è ancora possibile oggi credere in Dio?, o meglio oggi è meglio di ieri avere fede in Dio, se è vero che oggi l’intelligenza umana è più sviluppata, più educata a pensare e a cercare le ragioni di ogni cosa”. Con un velo di malinconia sul volto ha aggiunto: “ho nostalgia di ciò che ho vissuto e dell’esperienza fatta all’oratorio, e di quando ero impegnato a Milano con il cardinal Martini e ogni sera tornavo a casa”. Ha fatto cenno alle difficoltà che la chiesa cattolica ha nel mondo portando ad esempio il recente arresto ad Hong Kong del cardinal Joseph Zen,90 anni, sostenitore della democrazia. Ha poi toccato l’argomento sinodo spiegando che lo scopo del Sinodo, che si terrà a breve, non è produrre documenti, ma far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani. Ha concluso dicendo che Papa Francesco chiede che la chiesa non stia in sacrestia ma è andare incontro alla gente.