Erano funzionali alla canalizzazione delle acque piovane, ma gli scavi a fianco del Battistero di Agliate, a Carate Brianza, hanno portato alla luce «fondazioni di antichi edifici». Una scoperta inaspettata, che potrebbe aggiungere importanti pagine alla storia del complesso di via Cavour, risalente al X e XI secolo ma con testimonianze documentali che già attestavano l’esistenza della Basilica in tempi precedenti.
«Non si era assolutamente a conoscenza degli elementi apparsi durante gli scavi e che, con buona probabilità, saranno più antichi dello stesso Battistero» dice il restauratore Matteo Pelucchi, 27enne di Agliate che assieme alle colleghe Vanda Maria Franceschetti e Gisella Bianconi ha definito il progetto di restauro del Battistero e di diagnostica della Basilica, con il coordinamento dell’architetto Davide Colombo. Ma «sarà la Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Milano, con la funzionaria Grazia Maria Facchinetti, ad analizzare quanto è emerso dagli scavi seguiti dagli archeologi della società SAP, fornendo nei prossimi mesi eventuali elementi di lettura».
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Nel frattempo, proseguono le opere di restauro e analisi che la parrocchia di Agliate (comunità pastorale Spirito Santo) ha messo in cantiere la scorsa settimana, per un valore complessivo di 140mila euro in parte coperti con un contributo regionale. I lavori dovrebbero terminare entro novembre.
«Le prime opere hanno riguardato gli scavi e la messa in funzione di alcune tubazioni, per l’allontanamento delle acque meteoriche e l’eliminazione dell’umidità di risalita – spiega Pelucchi, anche membro attivo degli “Amici della Basilica”, gruppo volontario di parrocchiani che si adopera per la valorizzazione del bene architettonico e religioso – Mercoledì è iniziato il cantiere per il restauro integrale di tutte le superfici interne del Battistero. In contemporanea è stata avviata la campagna diagnostica all’interno della Basilica che, con una serie di sondaggi stratigrafici soprattutto nella navata centrale ma anche sotto la pavimentazione della cripta, consentirà di avere tutto il materiale utile per programmare in futuro un intervento di restauro della Basilica».
Mettere quest’ultima sotto la lente di ingrandimento rappresenta dunque la cruciale base di partenza per progettare interventi conservativi, così come lo era stato «per i risultati ottenuti dalle numerose indagini diagnostiche che avevo inserito nella mia tesi di laurea» dice Pelucchi, che nel 2017 si era occupato del Battistero non solo analizzando a fondo le superfici della struttura, ma anche provvedendo al restauro di 2 affreschi. Il suo lavoro accademico aveva fornito le linee guida per definire l’intervento oggi in corso. Come ultimo step, il cantiere prevede un intervento manutentivo sulle superfici esterne del Battistero e l’installazione di un nuovo impianto di illuminazione all’interno dell’edificio, che permetta di godere a pieno la bellezza del luogo.