Ha sorpreso i ladri sul balcone di casa. Ha afferrato la sedia accanto al letto su cui stava riposando e, spingendogliela addosso con tutta la sua forza, li ha respinti fuori appena hanno messo il piede in camera. Nella colluttazione che ne è seguita, i ladri lo hanno preso a pugni e calci. Lo hanno lasciato così, accasciato a terra, prima di scappare in strada e dileguarsi a bordo di una Audi A3 grigia.
A trovarsi faccia a faccia con i ladri, nel tardo pomeriggio di giovedì, poco prima delle 17.30, è stato un disoccupato di 56 anni, G. T, che abita da solo in via Custoza. Luce spenta e tapparella alzata, l’uomo stava riposando nel suo letto quando ha sentito dei rumori sospetti sul balcone.
«Rumori minimi – ha raccontato al Cittadino in edicola il 10 dicembre – che se solo avessi avuto acceso la tv non avrei sentito. Poi ho visto delle ombre muoversi davanti alla porta finestra. È stata una reazione improvvisa: ho preso in mano la sedia che avevo accanto al letto e ho aspettato, al buio, che entrassero. Come hanno messo piede in camera, gli sono andato contro per spingerli fuori».
Il caratese ci riesce, ma i due ladri, per tutta risposta, gli sferrano due pugni sull’occhio destro. Lui scivola, perde l’equilibrio e si ritrova a terra con i malviventi che, nel tentare la fuga, lo prendono a calci sulla schiena.
«Li ho visti saltare giù dal balcone – racconta – scavalcare il muretto e salire su una Audi A3 grigia su cui li attendeva il complice. La macchina è schizzata via, andando in contromano lungo la strada».
Appena rialzato, l’uomo trova le forze per chiedere aiuto, ma nessuno sente le sue grida disperate. Pochi minuti dopo, recuperato il cellulare, compone il numero di un vicino, che allerta le forze dell’ordine. I carabinieri, subito sul posto, si mettono sulle tracce degli aggressori.
«Erano vestiti di nero, con guanti e passamontagna. Sembravano – dice il caratese, ancora sconvolto – i personaggi di un film, e invece me li sono trovato davanti per davvero. E sapevano bene cosa stavano facendo, perché quei calci e quei pugni parevano di chi che sa come muovere mani e piedi».
Trasportato in ambulanza al Pronto soccorso, l’uomo è stato dimesso con una prognosi di dieci giorni. «Afferrare la sedia è stato un gesto impulsivo – ha detto – ma lo rifarei. E se avessi avuto in mano una pistola, avrei sparato. Giuro. Rifarei tutto per difendere la mia libertà di starmene in pace a casa mia. Anni fa mi avevano rubato gli attrezzi da lavoro, nel box», ricorda l’uomo, che venerdì ha sporto denuncia alla stazione dei carabinieri di via Milano.