Emozionati per gli esami sostenuti a Carate Brianza: nei giorni scorsi quattro richiedenti asilo hanno ottenuto la licenza media e «questo è molto importante per noi, sia per ottenere i documenti che per trovare lavoro».
A parlare è Najimu, 22enne del Ghana. È in Italia da circa un paio di anni e come lui anche Abdul, ghanese di 23 anni. E Lancine, 19enne originario della Guinea che dice: «in Africa non andavo a scuola. Mi piace tanto studiare». Assieme a Schel, che di anni ne ha 20 e arriva dal Bangladesh.
Sono loro 4, tra i 20 richiedenti asilo ospitati nella casa cantoniera di Carate Brianza, i protagonisti dell’ultima fatica didattica che – tra prove scritte di italiano, matematica e inglese, oltre a domande orali di ogni materia – ha dato soddisfazione in primis a loro stessi, ma anche alle insegnanti dei corsi attivati dal Cpia di Monza, al Consorzio Comunità Brianza (che ha in carico i profughi residenti nella casa cantoniera) e al gruppo spontaneo di volontari che con i richiedenti ha attivato “Lezioni di necessità”.
«Il progetto è iniziato 3 anni fa, quando alcuni di questi ragazzi frequentavano il laboratorio della Befana ad Agliate organizzato dalla Cca, la Commissione cultura alternativa di Enrico Mason» racconta Andrea Nobili, che oggi ha 23 anni e che con Lorena Mazzonello ha iniziato il percorso di avvicinamento ai richiedenti asilo, fino a raccogliere nel corso dei 3 anni un totale di 12 volontari italiani (tutti tra i 17 e i 27 anni).
«Il laboratorio della Befana è luogo condiviso dove idee, azioni, progetti scaturiscono da intuizioni e disponibilità dei partecipanti – prosegue Andrea -. Abbiamo voluto assimilare questo metodo anche quando, una volta che ci siamo resi conto che per i richiedenti asilo la conoscenza della lingua italiana era una priorità pratica, ci siamo messi in moto per supportarli nello studio».
Una sera a settimana per correggere i compiti, confrontarsi sui dubbi, ma anche parlare di quello che si era fatto nella giornata, conoscersi a vicenda esercitando la lingua e intanto «agevolando l’integrazione, che è l’altro grande obiettivo del nostro progetto».
Dunque oltre a sedersi tutti attorno a un tavolo per sistemare esercizi di grammatica e per dialogare, in 3 anni «siamo stati assieme a giocare a calcio o a basket, a visitare qualche luogo di interesse, a qualche festa. Tutte cose normali che, nel loro caso, sono le più difficili da riuscire a fare in autonomia». “Lezioni di necessità” è oggi un progetto scritto e approvato dal Consorzio Comunità Brianza.