Dovrebbero prendere avvio nella prima metà di luglio le opere di restauro del battistero e la campagna diagnostica sulla basilica di Agliate, a Carate Brianza. Un intervento che la comunità pastorale Spirito Santo annuncia in concomitanza con la patronale, festa dei Santi Pietro e Paolo festeggiata domenica.
Il progetto in questione, del valore complessivo di 150mila euro, ha origine nel luglio 2019 con la partecipazione della parrocchia al bando regionale per la valorizzazione dei beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche. Ventiquattresimo su 194, si è visto riconoscere un contributo.
“La parrocchia ha deciso di concentrare l’intervento sul restauro integrale del Battistero, con uno sguardo anche alla Basilica, intervento molto più complesso che richiede ancora uno studio approfondito” comunica la comunità guidata da don Gianpiero Magni.
Si comincerà da opere esterne di canalizzazione delle acque, tese ad eliminare il più possibile l’umidità di risalita, per poi orientarsi su lacerti e affreschi delle pareti interne. Da recenti analisi chimiche, infatti, risulta che i materiali e le malte di restauro usati in passato sono incompatibili con il materiale originale. Anche le superfici esterne verranno revisionate e trattate contro i biodeteriogeni. Si predisporrà infine, attraverso la campagna diagnostica della basilica (sondaggi stratigrafici, analisi chimiche e misure microclimatiche), un prossimo restauro alle superfici interne.
«Il restauro del battistero è il traguardo naturale dell’interesse nato nel 2017, con la tesi di laurea del concittadino Matteo Pelucchi» che aveva restaurato nel Battistero 2 affreschi risalenti al 1300 e al 1400. Con tecniche apprezzate dalla Soprintendenza delle Belle Arti di Milano. Il gruppo degli Amici della Basilica, composto da parrocchiani sensibili al tema della valorizzazione, esplicita che «vogliamo conservare la bellezza di questi luoghi, storicamente e culturalmente rilevanti, per consegnarla a chi verrà».
Entrambi gli edifici dell’attuale via Cavour furono realizzati poco dopo l’anno Mille e sottoposti, nell’arco dei secoli, a varie operazioni di restauro di cui la più massiccia, in tempi moderni, negli anni Ottanta. La stessa in cui furono utilizzate tecniche sugli affreschi ritenute oggi invasive.