Una star del web lo è da qualche mese, ma la sua popolarità si è impennata pochi giorni fa quando Fedez ha risposto a una sua storia su Instagram: da allora don Alberto Ravagnani è il sacerdote italiano più intervistato dai giornali. Il giovane prete brugherese, che dal 2018 svolge il suo ministero all’oratorio di San Michele Arcangelo di Busto Arsizio, ha replicato sui social all’allusione per nulla velata alla piaga della pedofilia nella chiesa fatta dal cantante nel brano “Roses” in cui afferma di preferire “le bimbe di Conte” ai bambini “dai preti”. E Fedez ha accettato lo scambio di opinioni: «Non mi aspettavo rispondesse – ammette don Alberto – nel mio intervento ho detto che la pedofilia c’è stata e c’è, che va condannata e combattuta ma che non è una macchia di tutta la chiesa, di tutti i preti. Bisogna guardare anche al bene compiuto». Don Ravagnani ha quindi invitato il rapper a un incontro nel suo oratorio dove potrebbe conoscere meglio la realtà in cui crescono i ragazzi: «Sarà dura che accetti – commenta – però mai dire mai».
I social per lui rimangono un mezzo al servizio dell’azione pastorale e proprio durante il lockdown, quando è stato costretto a restare lontano dai giovani della parrocchia e dagli studenti del liceo in cui insegna religione, ha aperto
un canale YouTube
e ha cominciato a trasmettere video in cui con un linguaggio accattivante e informale tratta tematiche fondamentali quali li la fede, la preghiera, la felicità. E ogni volta incassa decine di migliaia di visualizzazioni: «Nemmeno io – confessa – mi aspettavo un seguito del genere. Questo è il potere del web: un contenuto può diventare virale in brevissimo tempo e raggiungere ogni parte del mondo». Difficile, però, capire quale sia il motivo principale del successo: «Mi interrogo anch’io – riflette don Alberto – forse perché ci metto la faccia, perché utilizzo il linguaggio che uso con i ragazzi per intercettare il loro mondo o forse per il livello tecnico: io sono un dilettante però mi sono fatto aiutare».
Il suo attivismo sui social ha catturato l’attenzione di tanti adolescenti: «Non si aspettano – spiega – che un prete faccia queste cose e abbia più follower di loro. Il dialogo con Fedez li ha spiazzati: all’oratorio mi vogliono bene, partecipano ai miei progetti e ai miei sogni».
La sua popolarità è apprezzata anche all’interno della Chiesa: «Sono tutti dalla mia parte – afferma il brugherese – la Cei e la Curia condividono i miei video».
Per ora, però, don Alberto non pensa ad altri incarichi, magari nel campo della comunicazione: «Io sto bene in oratorio – assicura con i piedi piantati a terra – a contatto con i ragazzi. Ho 26 anni e ho ancora tanta esperienza da fare». Proseguirà, in ogni caso, a postare video su YouTube: «Finora – aggiunge – li ho realizzati sulla scia dell’ispirazione, a breve però dovrò prepararli in modo più strutturato perché quando tutte le attività, tra cui la scuola, ripartiranno dovrò incastrarli tra i miei impegni». In queste settimane, ricorda, la sua attenzione e il suo cuore sono completamente dedicati all’oratorio estivo che, per forza di cose, è molto diverso da quello degli anni passati. «Le norme anti Covid-19 – precisa – ci impediscono di accogliere tutti i ragazzi. I numeri sono ridotti ma, proprio per questo, l’esperienza che stiamo facendo è più intensa e significativa».
A Brugherio don Alberto torna di tanto in tanto, soprattutto per trovare la sua famiglia: «I video – racconta – sono stati un bel gancio per riprendere qualche contatto» che si era allentato.