Brianzolo ucciso in Inghilterra Il movente resta un mistero

L’arresto dei quattro giovani lituani, formalmente accusati dell’omicidio di Joele Leotta, è stato convalidato dai giudici inglesi: resteranno in carcere fino alla del 28 ottobre. Ma è l’unico punto fermo della vicenda.

L’arresto dei quattro giovani lituani, formalmente accusati dell’omicidio di Joele Leotta, è stato convalidato dai giudici inglesi: resteranno in carcere fino alla prossima udienza alla Maidstone Crown Court, prevista per il 28 ottobre.

Questo è l’unico punto fermo delle indagini, per il resto il movente del brutale pestaggio che ha portato alla morte del diciannovenne di Nibionno e al ferimento del suo amico, Alex Galbiati, 20 anni di Rogeno, resta ancora avvolto nel mistero.

La polizia del Kent si era affrettata a smentire la pista razziale, specificando come tra le dieci persone arrestate e ritenute coinvolte a vario titolo in quella che è stata una vera e propria spedizione punitiva, uno solo fosse inglese, mentre gli altri nove europei (lituani e forse anche polacchi).

Assodato che ad agire non sia stata una banda di inglesi, come invece era trapelato nelle prime ore dopo che la notizia era stata resa nota in Italia, il movente razziale non si può comunque escludere a priori.

Una delle piste seguite, infatti, sarebbe quella di una sorta di “guerra tra poveri”: Joele e Alex sarebbero stati vittime di una spedizione punitiva perché avevano “rubato” il lavoro da cameriere non a gente del luogo ma ad altri stranieri, probabilmente cittadini di nazionalità lituana o polacca. I due giovani lecchesi si trovavano infatti in un appartamento che era stato messo a loro disposizione dai titolari del ristorante Vesuvius, esattamente sopra il locale, che a quanto pare fino a qualche settimana prima era occupato da un altro dipendente del ristorante, forse di nazionalità dell’est Europa, che aveva perso il posto di lavoro.