Brianza, la protesta dei diabetici «Rinnovare la patente, un incubo»

In Brianza i malati di diabete solo oltre 12mila, e molti non sanno nemmeno di essere malati. Per chi ha riconosciuto la patologia il rilascio o il rinnovo della patente diventa un incubo, tra esami da fare e ticket da pagare. Eppure i diabetici che causano incidenti stradali sono una percentuale irrisoria.
Antonino Santangelo, segretario dell’associazione  diabetici di MB
Antonino Santangelo, segretario dell’associazione diabetici di MB

Per i più, il rinnovo della patente è una formalità. Per loro, i diabetici, è una vera odissea: una montagna di documenti da preparare e anche costi non indifferenti . Ce ne parla, a nome dei 450 soci dell’associazione presieduta da Felice Paleari, il segretario Antonino Santangelo. Il problema però riguarda una grossa fetta di popolazione : in Brianza si contano 9350 malati a cui vanno aggiunti 2700 che non sanno di essere malati.Si tratta di una patologia che se non presa per tempo o non tenuta sotto controllo può portare danni gravi ad altri organi, ed anche alla morte.

Veniamo al dunque, la patente.la durata del rinnovo per tutti gli automobilisti è di dieci anni. Per i diabetici questo lasso di tempo vale solo per un diabetico dal rischio basso e con età inferiore a 50 anni. Per chi ha forme più gravi si passa dai 5 ai 3 anni in base all’età fino a un minimo di un anno per chi ha più di 70 anni.

«I guai sono iniziati spiega Santangelo – quando l’Italia ha dovuto recepire le normative europee, con l’allora ministro Altero Mattioli. Si sono fatte le cose di fretta per non prendere multe salate, e noi diabetici siamo stati equiparati agli epilettici».Quindi la trafila: dalla commissione devono passare solo chi ha rischio elevato per la sicurezza della guida le patenti del gruppo 1 (A,B, BE e sottocategorie); per patenti del gruppo 2 (C, D, CE, DE) tutti quanti. Chi ha rischio basso o medio può rivolgersi anche ad un medico di agenzia automobilistica che si accolli la responsabilità, o da un medico legale privato. Cosa fanno commissione e medici valutano le carte, e qui si apre il problema costi, non pochi e non uguali ovunque.

C’è il prezzo da pagare per la visita diabetologica, che stabilisce se il rischio è basso, medio o grave. Ma nella documentazione da mostrare ci sono vari esami del sangue, «non più vecchi di 20-30 giorni» in ospedale Vimercate, e un fondus oculi non più vecchio di 6 mesi; al San Gerardo tra le varie cose chiedono l’elettrocardiogramma non più vecchio di tre mesi; a Vimercate il certificato per il rinnovo patente costa 20 euro; al nosocomio monzese 50, al Policlinico 40, agli istituti Zucchi 40. Insomma: le anomalie non mancano sui costi del certificato, e possono essere pesanti se fatte fuori servizio sanitario. Non solo: se si ricorre al pubblico bisogna essere previdenti e cominciare a raccogliere gli esami molto tempo prima che scada la patente, giusto per non sforare.

Per rendere più semplice questa trafila c’è stato un incontro in regione coi vertici della sanità e pende un ricorso al tar. Per ora, l’uno e l’altro non hanno dato risultati. Dove sta la “beffa”? Semplice. Secondo i dati Aci Istat persone diabetiche che hanno creato o si presume abbiano creato incidenti stradali rappresentano lo 0,02%.