Besana: lettera a Liliana Segre sul caso delle bustine di zucchero con la foto di Mussolini

Sul caso delle bustine di zucchero a Besana è stata interessata anche la senatrice a vita Liliana Segre, destinataria di una lettera che riassume la vicenda.
Le bustine di zucchero con la foto di Mussolini
Le bustine di zucchero con la foto di Mussolini

Una lettera per Liliana Segre. Sul caso delle bustine di zucchero con il volto di Mussolini presenti in un bar di Valle Guidino, il consigliere comunale di Besana Stefano Maddaloni ha scritto alla senatrice a vita. Il ventenne, nell’assise rappresentante della civica di centrosinistra Besana4future, ha parlato a nome della lista: “Vorremmo lasciare un segno e sappiamo quanto una sua parola, una sua lettera o un suo breve pensiero possano rappresentare un faro che ci impegneremmo a condividere e trasmettere a tutti coloro che vorranno ascoltare, con un’attenzione particolare ai più giovani e agli studenti”.

Il firmatario, studente ventenne, ha ricordato l’episodio incriminato. “Negli scorsi giorni il nostro comune, una città di quasi 16.000 abitanti, immerso nel verde caratteristico della Brianza, è diventato tristemente noto ai più per un fatto che si è registrato: in una frazione un bar mette a disposizione dei clienti delle bustine che rappresentano l’effigie di Benito Mussolini, incitando al fascismo. Ma cosa ancora peggiore: in un noto programma radiofonico il proprietario del bar si è dichiarato ’orgogliosamente un po’ fascista’ (lo ha detto a ’La zanzara’ su Radio24, intervistato dopo l’uscita di un articolo dedicato su Il Cittadino, nda). Da questi avvenimenti è nato un dibattito che ha visto schierarsi pubblicamente persone pronte a condannare queste affermazioni e chi, tristemente, ha difeso e addirittura giustificato tale atto (e tra questi spiccano nomi di noti esponenti dell’amministrazione locale oltre che regionale)”.

La lista civica, che si presenta nella missiva come “un gruppo di dieci amici, di visionari e sognatori, che in questo momento complicato hanno scelto di non rimanere indifferenti, promuovendo iniziative sociali e culturali, facendo volontariato e mettendosi in gioco”, si è presa il tempi per “riflettere” sull’accaduto e per reagire. “Non vogliamo che i nostri coetanei crescano pensando che gli estremismi siano un’opzione e che possano trovare spazio in una società che ha saputo mettere prima di ogni cosa la libertà, il rispetto dell’essere persona e il bene comune. Abbiamo bisogno di testimonianze. Abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a ricordare un passato che ci appartiene”. Ancora, ricordando la propria visita ad Auschwitz-Birkenau, “lì capii l’importanza delle piccole scelte, delle parole dette ’tanto per dire’, del ragionamento o della battuta ’fatta tanto per’“ – prosegue Maddaloni -. La libertà non può mai essere data per scontata. Nemmeno nelle piccole cose. La democrazia non è la normalità, ma è la conquista di una lotta durata secoli che non può essere dimenticata o data per scontato. Crediamo sia importante non rimanere indifferenti, nemmeno di fronte a quelle che potrebbero sembrare delle banalità perché, difatti, non lo sono mai”.