Pedemontana: fermarla è possibile. Ne sono convinti gli organizzatori dell’assemblea che si è tenuta sabato 12 febbraio pomeriggio a Desio, presso la sala “Pertini” del comune. Un’iniziativa che ha riunito associazioni e comitati attivi da anni: Coordinamento No Pedemontana, Giovani No Pedemontana, Comitato Cives San Giorgio di Desio, il circolo Legambiente di Desio, il comitato Ambiente di Bovisio, l’associazione Seveso Memoria di parte, AbcDesio, Equibici e Cambiare Rotta Milano. Tutti contro il progetto dell’autostrada che attraverserà la Brianza.
«Non la vogliamo a prescindere – ha detto una delle organizzatrici, Iaia Piumatti -. Qualsiasi tipo di modifica, la greenway o altro, non può compensare un’autostrada che è nata già vecchia, il cui progetto è stato pensato anni fa, quando le esigenze erano diverse». Tra gli strumenti che gli attivisti intendono mettere in campo c’è una class action di tutti gli espropriati. L’idea è stata presentata da Dario Balotta di Onlit (Osservatorio nazionale liberalizzazione delle infrastrutture e trasporti), in collegamento online: «C’è la possibilità di intraprendere un’azione legale, riunendo tutti i 25 mila espropriati, che sono in ’ostaggio’ da 11 anni e lo saranno ancora per chissà quanto tempo: attraverso una class action si può porre la base per una revisione politica del progetto. Dobbiamo coinvolgere il maggior numero di espropriati».
L’altro strumento è la petizione lanciata da una cittadina di Meda, che ora arriverà al parlamento europeo. Sarà infatti discussa durante la riunione del 15 marzo della commissione petizioni del Parlamento Europeo, grazie a Eleonora Evi europarlamentare di Europa Verde, intervenuta online all’assemblea: «Difenderò la petizione e mi auguro che da questo primo confronto possano essere avviate delle azioni di pressione, ovvero delle lettere da indirizzare al governo italiano, in particolare al ministro Cingolani, alla Regione Lombardia e alla Banca degli Investimenti Europei, perché il finanziamento di 550 milioni di euro per Pedemontana è folle». All’assemblea hanno partecipato anche i Giovani No Pedemontana: «Questo progetto – ha detto una studentessa – non è un servizio ma una condanna per l’ambiente e per il territorio». Il coordinamento No Pedemontana sta anche pensando di organizzare una nuova grande manifestazione per coinvolgere tutto il territorio.