Arcore, via libera alla nuova caserma dei carabinieri in via Grandi: sì coi voti della maggioranza

Il consiglio comunale di Arcore con i voti della maggioranza ha dato il via libera al progetto per una nuova caserma dei Carabinieri in via Grandi. Prevede anche tre palazzine per circa 50 appartamenti, un parco attrezzato e un tratto di ciclabile. I 5 Stelle: «Piano vecchio di sette anni, il mondo è cambiato».
Arcore via Grandi
Arcore via Grandi Michele Boni

Discussione densa giovedì sera nel consiglio comunale di Arcore: con i voti della sola maggioranza è stato dato il via libera al progetto per una nuova caserma dei Carabinieri in via Grandi. La delibera, a dire il vero, costituisce ancora solo un passo di un iter che porterà il progetto in segreteria tecnica, Giunta regionale e nuovamente Consiglio comunale.

Lo ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Roberto Mollica Bisci in una dettagliata relazione prima del voto. L’assessore ha ripercorso la storia di questo piano nato sette anni fa, ricordando le modifiche che sono state apportate dopo le indicazioni della Regione per l’accordo di programma. Mollica Bisci ha riaffermato la convinzione sua e della maggioranza rispetto alla bontà del progetto sottolineando che anche su questo i cittadini hanno eletto Rosalba Colombo cinque anni fa. Un intervento privo di retorica e intellettualmente onesto che tuttavia non è bastato a evitare l’epilogo: il Consiglio comunale spaccato in due con le minoranze ferme nel chiedere di salvare il verde di via Grandi. Il progetto prevede nell’area all’incrocio tra via Grandi e via Gilera la realizzazione di una caserma per l’Arma (per un milione e 800mila euro circa), di tre palazzine per circa 50 appartamenti, di un parco attrezzato e di un tratto di ciclabile.

Tutto su un’area in parte del Comune in parte di un privato. Per collocare le palazzine in una zona più appetibile dal punto di vista residenziale è stata necessaria anche una permuta di terreni tra Comune (che possiede il verde, lato via Grandi) e privato. La caserma verrà realizzata e ceduta al Comune che ne percepirà un affitto annuale, il parco sarà pubblico e il privato trarrà i suoi interessi economici dalla vendita degli appartamenti.

Tra i più fermi contestatori ci sono stati Carlo Zucchi di ImmaginArcore e Andrea Orrico dei 5 Stelle.
«Questa non è una riqualificazione di un’area – ha detto il primo – ma un’edificazione che prevede il consumo di territorio in una fase in cui la normativa va invece verso la tutela dell’ambiente».

Zucchi ha ricordato le contestazioni dei comitati cittadini, vecchi pareri critici dei legali del Comune stesso, la prima bocciatura dalla Regione provando a evidenziare i limiti del piano. E ha annunciato di voler chiedere ufficialmente al Comando provinciale dell’Arma di rinunciare a questo progetto nemico dell’ambiente.

«Il piano è vecchio di sette anni – ha detto Orrico – nel frattempo il mondo è cambiato. Nel frattempo il presidente del Consiglio Draghi ha aperto la transizione ecologica. Questo disegno non ha più senso».

Tra i difensori della maggioranza il residente della zona, consigliere Roberto Manzoni: «In quell’area verde i nostri figli non sono mai andati. Il progetto prevede un parco attrezzato nel quale i nostri nipoti potranno giocare e le famiglie chiacchierare».
Da alcuni residenti è partita una nuova petizione online che si aggiunge a quelle del passato e al referendum nato anni fa per contrastare questo insediamento.