È stato assolto dall’accusa di omicidio stradale il marito di Francesca Fumagalli, vittima quest’ultima nel 2021 di un incidente ad Arcore all’incrocio tra le vie San Martino e Monte Rosa, mentre viaggiava insieme al consorte in motocicletta. La donna era rimasta uccisa nell’impatto con la Fiat 500 guidata da un trentenne proveniente da Lesmo, e che aveva incrociato il mezzo dei due coniugi di Casatenovo, che provenivano da Villasanta dopo aver trascorso una giornata al parco con gli amici.
Una vicenda che fin da subito aveva profondamente segnato le vite delle persone coinvolte. Francesca, all’epoca trentunenne e madre di due bambini, era stata trasportata in codice rosso all’ospedale di Vimercate dove era deceduta dopo poco il ricovero. Il marito A.B. era invece stato portato all’ospedale San Gerardo. Per lui si chiude così il calvario legale della vicenda che ha stravolto la sua famiglia, ma resta immenso il dolore per la perdita della moglie e madre dei suoi figli. Il giovane al volante dell’auto era già stato condannato con un rito alternativo.
Arcore: la moglie morì nell’incidente in moto, il commento dell’associazione che si batte per la sicurezza della via
Una strada, via Monte Rosa, che spesso l’associazione 2Nove9 ha segnalato come pericolosa. «Quella è una strada che periodicamente richiama sangue – commenta desolato Roberto Cancedda, presidente dell’associazione – Tralasciando i tragici incidenti mortali su quel tratto si contano continuamente scontri anche spettacolari e questo perché si tratta di una strada provinciale intorno alla quel si è sviluppata una urbanizzazione non corretta».
«Occorre rivedere le infrastrutture e la manutenzione della segnaletica orizzontale che in alcuni punti è sbiadita. In prossimità del benzinaio e fino alla rotatoria la striscia continua non si vede e di sera o quando piove è impossibile capire se si è nella corsia corretta o meno». La proposta dell’associazione è la realizzazione di una rotatoria a fagiolo. Il pensiero di Cancedda va poi all’uomo assolto: «Questa storia ci dice che a volte le assoluzioni non sono la fine e l’avere ragione non restituisce ciò che si è perso. Noi continuiamo a spronare gli amministratori affinché rendano sempre più sicure le strade».