Arcore: la memoria di Carlo Bestetti vivrà in un libro con le sue più belle foto della città

L'artista arcorese scomparso a inizio agosto, stava realizzando insieme all'amico Paolo Cazzaniga un libro con le 80 immagini più belle di Arcore tratte dal suo immenso archivio

Carlo Bestetti di Arcore , un artista a tutto tondo, con una sensibilità a tutto tondo. Una sensibilità che riusciva a trasmettere nelle immagini catturate con la sua inseparabile macchina fotografica che  riuscivano a loro volta a coinvolgere, anche intimamente. A distanza di quasi un mese dalla sua scomparsa, avvenuta il 6 agosto scorso, all’età di 85 anni, tutto il tessuto culturale arcorese prende coscienza del vuoto che Carlo Bestetti ha lasciato, la sua storia, la sua presenza tangibile su tutto il territorio cittadino, le sue pubblicazioni testimonianze senza tempo della sua Arcore, i suoi monumenti: quello dedicato alla Resistenza, in piazza Vela (all’incrocio tra via Roma e via San Martino) di cui fece dono alla sua città nel 1975, e quello in piazza Pertini, dedicato al Presidente Sandro Pertini, verso il quale nutriva una sconfinata stima e ammirazione.

Arcore: la memoria di Bestetti e l’incontro con Cazzaniga

A parlarci, e a ricordare Carlo Bestetti, è Paolo Cazzaniga, un altro grande arcorese che non ha affatto lesinato il suo contributo alla città, autore, tra l’altro, “Un viaggio nella storia di Arcore tramite le cartoline”, da inizio Novecento fino agli anni Settanta dello stesso secolo, 320 pagine luoghi, situazioni e immagini della città  in collaborazione con Gilberto Bartolomeo, 71 anni, ex ferroviere da anni arcorese,  e con  Tonino Sala, arcorese doc, 85 anni, già capoufficio alla Falck. “Con Carlo ci siamo conosciuti nel 2017 in occasione di una mostra storica che era stata organizzata ad Arcore sul tram Monza-Barzanò-Oggiono. Poi, siccome alla fine di quell’anno avevo in corso la pubblicazione del libro delle cartoline di Arcore e proprio in quella circostanza avevamo considerato di esporre anche le sue cartoline storiche e così abbiamo fatto in occasione della presentazione del libro nella Sala del Camino in Comune, ad Arcore. E’ stato così che siamo entrati in confidenza e dove ho conosciuto un Carlo sempre molto disponibile e generoso. Ogni volta che gli proponevo qualcosa si mostrava sempre d’accordo, con entusiasmo. E’ così che poi Carlo mi ha aperto il suo archivio, anni e anni di scatti fotografici. Anche se nell’occasione ho intuito – ci tiene a sottolineare Paolo Cazzaniga – che la sua passione era forse quella legata non tanto alle fotografie quanto all’arte visiva, e i due monumenti realizzati per Arcore, con tutta una serie, bel quattordici, di tavole preparatorie, mi confortano in questa convinzione. Senza tralasciare comunque la pittura dove si esprimeva con soggetti astratti.

Arcore: la memoria di Bestetti e il progetto del libro fotografico

Per arrivare ai giorni nostri – prosegue Cazzaniga – ci siamo incontrati con il sindaco Maurizio Bono con un obiettivo: produrre un libro fotografico con tutte le immagini di Arcore dell’archivio infinito di Carlo. Ne è venuto fuori un progetto con circa 80 foto. Inizialmente abbiamo cercato vanamente sponsor potenzialmente interessati all’iniziativa, alla fine è stato proprio Carlo a suggerire di rivolgerci al sindaco Bono che, visto il progetto si è subito mostrato entusiasta con la ferma intenzione di portare avanti l’idea. Quella, purtroppo è stata l’ultima volta che ho visto Carlo Bestetti. Sabato 6 agosto è venuto a mancare. Una notizia che ha lasciato gli arcoresi tutti nel dolore. Successivamente – conclude Paolo Cazzaniga – ho incontrato ancora il sindaco Bono che si è detto assolutamente deciso a portare a termine il progetto. Tra l’altro nell’ultimo incontro Carlo mi aveva portato altre due foto che ci teneva in modo particolare che facessero parte del progetto, una foto, dal titolo “Il lettore”,  pubblicata sulla prima pagina de “Il Mondo”,  di Mario Pannunzio, nel 1960 ed un’altra, del 1957, che farà parte del capitolo “Le foto dell’anima”, dove possiamo vedere un uomo, in via Abate d’Adda, totalmente allagata dallo straripamento della Molgorana, che trasporta a spalle una donna, chiamata per una iniezione dal titolo “Rosa infermera la va’ a fa’ i puntur”. Sono due immagini che considero il testamento spirituale di Carlo e, nonostante il libro fosse pronto per la stampa, inserirò senz’altro”.