Arcore: affittano casa per le vacanze in Toscana, due famiglie truffate

Una donna di Arcore e la sua famiglia vittime della truffa dell’estate: quella delle case vacanza. Prenotata una settimana a Follonica, ha versato una caparra per una casa inesistente. Nelle scorse settimane il caso di una coppia toscana “adottata” da un paese del Salento.
Panoramica di Follonica - foto Wikipedia
Panoramica di Follonica – foto Wikipedia

Puntuali come il solleone, arrivano in estate le truffe delle case vacanze. E quest’anno nel mirino è finita un’arcorese con marito, figlio e una famiglia di amici. La donna, originaria di Arcore e ad Arcore impiegata, nel mese di maggio aveva affittato un appartamento a Follonica, in Toscana, pagando 180 euro di caparra, ma il 18 agosto, data di inizio soggiorno, si è trovata in Maremma senza un tetto sulla testa. Dopo due giorni è dovuta rientrare in Brianza con il muso un po’ lungo e la disponibilità a raccontare la sua storia, «perché magari un articolo di giornale può mettere in guardia altre famiglie».

«Noi, per fortuna, arrivavamo da due settimane di vacanza in Abruzzo -ha raccontato Licia Pugliese – e quei 7 giorni sarebbero stati un di più. Ma penso a famiglie che fanno sacrifici per quell’unica settimana al mare con i bambini e poi si trovano a piedi e senza soldi versati».

La donna dice di esser un tipo positivo di natura e di aver provato a non drammatizzare quando il giorno prima del teorico check-in nessuno rispondeva più al numero di cellulare utilizzato fino a quel momento: «Mi pareva impossibile che quella donna, sapendo che avevamo quattro bambini al seguito, il più piccolo di 4 anni, ci tirasse un simile bidone. Mi sbagliavo. A Follonica ci siamo andati lo stesso, la casa c’era ma sul citofono comparivano altri nomi». Anche il web è stato determinante per convincere le due famiglie di essere state raggirate: «Digitando in Google l’Iban usato per il bonifico – spiega Pugliese – uscivano diverse voci che rimandavano ad articoli su truffe legate a case-vacanze inesistenti».

Sui due piedi, le due famiglie hanno trovato una sistemazione temporanea che però non si è rivelata ottimale e, dopo due giorni, sono rientrate. Il sito usato per trovare la casa è di quelli noti, Subito.it. L’alloggio pareva ideale ed economico, ma credibile: 600 euro alla settimana per tre locali vicino alla spiaggia. Richiesta una caparra del 30 per cento. Contattare Ivana. E poi un cellulare.

«Ogni volta che la chiamavo per dettagli prima di versare la caparra – racconta la vittima – non rispondeva ma poco dopo richiamava lei. Diceva di avere bambini piccoli e di aver perso la chiamata e in effetti si sentivano voci di bimbi di sottofondo. Stiamo valutando di fare denuncia ai carabinieri, ma sappiamo che non ci sono grandi margini per essere risarciti. Almeno lo raccontiamo qui per informare altre potenziali vittime». Anche perchè i casi non sono così rari: una collega di Pugliese, nella stessa settimana e dallo stesso portale, è stata truffata con una casa sulla riviera romagnola.