Fiori di loto e si pensa subito all’oriente: al buddhismo e all’induismo, alla loro capacità di sbocciare dal fango, al simbolismo che li lega al concetto di rinascita e alla tradizione che li considera di buon augurio per il futuro. A partire dalla prossima primavera non si dovrà andare lontano per ammirarli: sbocceranno anche all’interno dello stagno realizzato da Enpa Monza e Brianza negli spazi della sua “Oasi della biodiversità”, che si estende per circa 5mila metri quadri accanto al rifugio di via San Damiano a Monza.
Oasi della biodiversità: il progetto che cresce
Giorgio Riva, presidente della sezione locale della onlus impegnata nella protezione degli animali, racconta come, grazie all’impegno dei volontari, la varietà di piante, animali e microrganismi all’interno di quell’area ormai non faccia altro che crescere.
«È stata abbandonata per lunghi anni: quando, grazie agli accordi che abbiamo preso con le precedenti giunte Scanagatti e Allevi, abbiamo iniziato a prendercene cura era colma di ambrosia e di rifiuti. Ora ha cambiato aspetto e ne siamo davvero felici». E ancora: «Ai fiori di loto e alle altre essenze acquatiche e lacustri con cui lo scorso autunno abbiamo arricchito lo stagno e i suoi immediati dintorni, presto, poco distante, si affiancheranno anche una trentina di abeti natalizi che un’azienda della provincia di Milano, dopo averli utilizzati in occasione delle feste, ha deciso di donarci. Oltre a loro, pianteremo all’interno dell’Oasi anche nuovi cespugli, le cui fioriture si alterneranno lungo l’intero corso dell’anno».
Oasi della biodiversità: le famiglie di api
Nuovi fiori che svolgeranno un’azione fondamentale nei confronti di quelle famiglie di api che, ormai stabilmente, abitano a San Damiano: tre famiglie, precisa Riva, sono ormai conclamate.«Alle due famiglie storiche si è aggiunta nel 2021 quella donata dal Rotary Club Monza Nord – Lissone e, più di recente, in seguito a una sciamatura, hanno preso casa all’Oasi anche altre due famiglie»: i cinque nuclei sono curati con passione dalle apicoltrici volontarie Marinella Aprile e Anna Galli.
Sono state proprio loro le relatrici della conferenza “Le api. Un prezioso mondo da curare” organizzata per la serata di venerdì 27 gennaio. E poi le apiUn’occasione per conoscere, tra le altre cose, come vivono le api e come sono organizzate, come funziona il loro linguaggio, quale sia il loro ruolo per la tutela della biodiversità. «Secondo i principi con cui abbiamo deciso di accudirle, vale a dire senza alcun tipo di sfruttamento – precisa ancora il presidente Riva – l’anno scorso dal lavoro delle nostre api abbiamo ricavato circa 250 vasetti di miele: li abbiamo ottenuti raccogliendo solo il miele considerato superfluo»: quanto ricavato dalla loro vendita è andato a sostegno delle attività della onlus.