La Svizzera non ha perso tempo. Venerdì 4 settembre, completati i collaudi, ha inaugurato ufficialmente l’ultimo tassello di Alptransit, un mastodontico progetto avviato nel 1992: il taglio del nastro finale, che chiude così 28 anni di studi e cantieri, è avvenuto nella galleria ferroviaria di base del monte Ceneri, in vista dell’apertura definitiva dell’asse Chiasso-Basilea attraverso il San Gottardo in occasione dell’orario invernale 2020, il 13 dicembre.
Dalla votazione popolare del 1992 su Alptransit, che ah dato il via definitivo al progetto, la nuova ferrovia di pianura attraverso le Alpi ha richiesto l’impegno di tante persone. Oggi, con la galleria di base del Ceneri, l’opera giunge a completamento, potenziando la politica svizzera di trasferimento del traffico e la protezione delle Alpi. Grazie ad Alptransit, elemento centrale del corridoio ferroviario europeo per il traffico merci Rotterdam-Genova, aumenterà il volume di merci che potranno essere trasportate su rotaia invece che su strada. Per il traffico viaggiatori significa invece collegamenti più frequenti tra nord e sud e per il Ticino un’efficiente rete celere regionale: si dimezzano infatti i tempi di percorrenza tra le tre città di Lugano, Locarno e Bellinzona. Con il taglio del nastro inaugurale, è stata contestualmente aperta alla circolazione la galleria di base del Ceneri. Contemporaneamente, un treno merci ha effettuato la sua prima corsa ufficiale attraverso la nuova opera, in direzione sud.
Lunga 15,4 chilometri, tra Vezia alla periferia settentrionale di Lugano e Camorino alle porte di Bellinzona, la nuova galleria ferroviaria basale ticinese “taglia” il precedente percorso a elevata pendenza (con sette gallerie e numerosi viadotti, che peraltro sarà riqualificato far passare le navette per i camion)
Dal 1° marzo 2020 a fine agosto 2020 sono state effettuate oltre 2.000 corse di prova per un totale di circa 40.000 km. Questi test sono stati condotti senza passeggeri o merci, per controllare il perfetto funzionamento di tutti gli impianti e i sistemi nella nuova galleria. A causa degli effetti della pandemia da Coronavirus, la fase di test ha dovuto essere interrotta per quattro settimane ed è ripresa il 20 aprile. Il 1° maggio, di mattina presto, è stata effettuata una prova con un ICE-S, che ha attraversato la galleria a 275 km/h. Ora l’esercizio ferroviario sarà gradualmente portato a regime mediante corse di prova. In totale sono previste 4.000–5.000 corse di treni regolari con viaggiatori o merci a bordo. Le Ferrovie Svizzere approfitteranno dei tre mesi a disposizione prima del cambio d’orario (a metà dicembre) per testare esercizio, manutenzione e interventi a titolo di «prova generale».
La velocità con cui la Svizzera si è mossa ha impatti anche in Lombardia, e in Brianza in particolare. Quando sarà tutto a regime, secondo i dati diffusi in un convegno organizzato da Rfi a Como prima della pandemia di Covid-19, passeranno il confine in direzione Milano (e quindi lungo la S11 Como-Seregno-Monza-Milano) nel 2025 ogni giorno 98 treni pendolari (nel 2015 erano 37) e 170 treni merci (sempre nel 2015 erano soltanto 44). Quasi 250 treni al giorno, quindi, solo per quanto riguarda il traffico transnazionale: a questo andrà sommato il trasporto pendolare lombardo gestito da Trenord. Il tempo di viaggio tra Zurigo e Milano si ridurrà dalle odierne 3 ore e 45 minuti a circa 3 ore. Soprattutto per quanto riguarda i convogli merci, questi saranno molto lunghi, 750 metri, pesanti 2mila tonnellate e più larghi rispetto a quelli normali. Rfi è al lavoro per adeguare le infrastrutture lombarde al passaggio dei nuovi treni. Lo sta facendo soprattutto sulla Como-Seregno-Monza-Milano che ospiterà il ramo del Gottardo del nuovo corridoio europeo che da Rotterdam porterà i container al porto di Genova (e viceversa). Ma la sensazione (eufemismo) che la tratta tra Como e Seregno e soprattutto il nodo di Monza, rappresentino un collo di bottiglia per i nuovi supertreni è sempre maggiore.