Albiate: iniezione di fiducia dall’allevamento delle caprette più grande della Brianza

Ad Albiate c’è l’allevamento di capre più grande (sulla base delle unità presenti) della Provincia di Monza e Brianza. Nell’emergenza coronavirus si è adattato ma non si è fermato.
Albiate: Azienda Agricola La Carbonera il più grande allevamento di capre di Monza e Brianza
Albiate: Azienda Agricola La Carbonera il più grande allevamento di capre di Monza e Brianza

È l’allevamento di capre più grande (sulla base delle unità presenti) della Provincia di Monza e Brianza, è ad Albiate e non ha mai smesso di lavorare. Il coronavirus ha sostanzialmente modificato l’attività di vendita al dettaglio (operativa nel rispetto di scrupolose norme imposte dal DPCM) ed apportato la novità della consegna dei prodotti a domicilio. Una bella realtà di nicchia che piano piano di sta facendo conoscere al pubblico e che dimostra che, pur in un tormentato periodo storico come questo, la volontà di farcela vince su tutto.

L’azienda agricola “La Carbonera” sorta al confine con Sovico, raggiungibile da Albiate percorrendo il vicinale Carbonera alle spalle dell’area feste, è un luogo privilegiato e di qualità dove il tempo sembra essersi fermato. In un contesto naturale dove l’agricoltura, l’allevamento di capre e il minicaseificio, raccontano una sfida di una coppia che sei anni fa ha gettato le basi di quella che oggi appare una realtà in evoluzione.

«Gli animali non si possono fermare e noi siamo andati avanti, adottando misure di sicurezza, garantendo la vendita ai clienti ed attivando la consegna a domicilio- spiega Maria Leto, 43 anni, titolare col marito Ivan – siamo una piccola realtà e ci stiamo affermando lentamente sul mercato col prodotto di capra che va scoperto e conosciuto. Siamo partiti da zero, nel 2011 abbiamo ereditato un pezzo di terra da mio suocero e abbiamo pensato un luogo all’aperto dove far giocare i bambini con gli animali. Abbiamo iniziato con due caprette, un asinello e da lì è avvenuto il passaggio ad un lavoro che ho sviluppato facendo un corso di caseificio, studiando teoria e mettendoci passione e sacrifici. È faticoso e l’impegno è tanto. È ancora presto per fare bilanci, ma al momento registriamo una piccola crescita e le soddisfazioni stanno arrivando».

Un incentivo alla fiducia che di questi tempi serve, ma anche un’attenzione alla natura il cui piccolo mondo è a due passi dalle case.
«Abbiamo 40 capre adulte e 15 novelli, poi asini, galline e di recente si sono aggiunte alcune oche – spiega Leto – non potevamo chiudere per il virus, gli animali vanno gestiti e seguiti. Io lavoro in laboratorio come prima, da sola, abbiamo solo riorganizzato al vendita al cliente (anche a domicilio). A marzo, col blocco dovuto al coronavirus, la gente non usciva; con piccole accortezze, abbiamo cercato di farci conoscere ed agevolare la nostra attività. La qualità dei nostri prodotti è controllata, ogni 15 giorni eseguo analisi microbiologiche del latte, l’ultima capretta è nata il giorno di Pasqua». Come nelle favole.