«La convenzione è scaduta ma, nonostante manchino fondi e personale, la Prefettura impone al comitato agratese della Croce Rossa Italiana di continuare a farsi carico della gestione del centro per l’accoglienza delle famiglie ucraine, con soldi nostri e pochissimi volontari rimasti». A lanciare l’accusa è Maurizio Gussoni, ex presidente di Cri Lombardia, ora impegnato al fianco del commissario Marco Guernelli per portare avanti le attività di Comitato. La vicenda riguarda il centro di accoglienza allestito nel Convento delle suore Serve di Gesù e che al momento ospita una cinquantina di donne e bambini rifugiati dall’Ucraina. La sua gestione è stata affidata al comitato agratese con una convenzione stipulata a seguito di un apposito bando, con scadenza il 5 febbraio.
Accoglienza: la posizione della Croce Rossa Italiana
Nei mesi scorsi Cri Agrate ha dovuto far fronte però a diversi problemi che hanno portato al suo commissariamento e che hanno precluso la possibilità di proseguire con il servizio oltre la scadenza della convenzione. «E invece la Prefettura di Monza ci ha imposto una proroga -spiega Gussoni-. Giovedì addirittura è arrivata una diffida con minaccia di denuncia penale per interruzione di pubblico servizio. È assurdo perché noi già da ottobre avevamo fatto presente i nostri problemi e in 4 mesi non sono riusciti a trovare una soluzione. Il presidente del Comitato di Monza, che già ha dipendenti e che ha assorbito la maggior parte dei nostri volontari, si era messo a disposizione per subentrare al nostro posto e avevamo proposto questo spostamento in prefettura, ma la funzionaria ha detto niet per motivi tuttora a me incomprensibili». Anche in questi giorni, dopo la scadenza del contratto i volontari proseguono ad effettuare il servizio: «Al momento non abbiamo firmato nessuna proroga e stiamo andando avanti sulla parola senza nemmeno sapere se i costi ci verranno rimborsati. Noi continuiamo però a fare la nostra parte perché non vogliamo mandare allo sbando donne e bambini».
Accoglienza: la replica della Prefettura
L’ufficio di prefettura, contattato sull’argomento ha precisato la propria posizione attraverso una nota stampa nella quale precisa che la struttura «è gestita dal locale Comitato della Croce Rossa in forza di una convenzione stipulata in data 9 agosto 2022 all’esito di una procedura ad evidenza pubblica alla quale detto Ente ha aderito volontariamente con un’offerta migliorativa, sotto il profilo tecnico ed economico, rispetto alle condizioni stabilite nell’avviso pubblico. In considerazione delle difficoltà economiche manifestate dal Comitato successivamente all’aggiudicazione, in vista della scadenza dell’accordo questa Prefettura ha tempestivamente avviato una procedura di gara per l’individuazione di nuovi partners con cui assicurare la prosecuzione della gestione del servizio in parola».
Accoglienza: le ragioni della proroga
Al termine della procedura non sono però giunte manifestazioni di interesse: «Tanto considerato, in attuazione di quanto previsto dalla normativa dei contratti pubblici e dalla richiamata convenzione sottoscritta il 9 agosto 2022, è stata attivata la clausola che consente la proroga del rapporto negoziale per il tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure di gara volte alla selezione di un nuovo contraente, al fine di assicurare la continuità dell’accoglienza dei migranti ospitati nella struttura, in ragione dell’interesse pubblico sotteso all’espletamento di detto servizio. Contestualmente è stata disposta una proroga di ulteriori quindici giorni del termine entro cui è possibile presentare offerte per la nuova manifestazione di interesse avviata preliminarmente alla scadenza dell’accordo». In merito alla possibilità di ricollocare gli ospiti in strutture diverse la nota precisa che «prima di procedere in tal senso la Prefettura ritiene fondamentale percorrere ogni strada possibile al fine di individuare un nuovo gestore che consenta di mantenere attivo il centro di accoglienza di Agrate Brianza, così da assicurare continuità ai percorsi di integrazione nel tessuto sociale e di frequentazione delle scuole del territorio avviati dagli adulti e dai minori ucraini che hanno trovato ospitalità nella struttura».