A tredici anni dalla scomparsa della professoressa Piera Olga De Maestri, il tribunale ha emesso la sentenza di morte presunta. Un pronunciamento che risale al 2019 ma che è stato ufficializzato solo all’inizio dell’anno, con un documento inviato ai famigliari dell’insegnante monzese: la madre Franca De Mercurio e la figlia Prisca.
Alla famiglia di Piera Olga sono mancate la consolazione di una cerimonia funebre, in mancanza di una salma non si è mai potuto celebrare le esequie, e una tomba su cui depositare fiori e preghiere.
«Ora finalmente abbiamo potuto ricordarla con una messa che è sembrata una sorta di funerale – racconta Franca De Mercurio – Don Giorgio Erba, che è stato vicario nella parrocchia di Cristo Re dove abitiamo, ha celebrato la messa a Lissone, nella chiesa in cui si trova ora, a cui hanno potuto partecipare anche i tanti amici di mia figlia: i compagni di studio, le colleghe, gli ex alunni. Ora potremo esporre la sua foto nella tomba dove riposa anche suo marito, nel cimitero di Monza».
Un capitolo che si chiude per la famiglia De Maestri, provata da una vicenda dolorosa e misteriosa, che ha coinvolto non solo la città ma l’intera nazione all’epoca della scomparsa.
Piera Olga De Maestri, docente di storia dell’arte al liceo Enriques di Lissone e prima ancora allo Zucchi di Monza e a Vimercate, si trovava in vacanza a Siusi. Il mattino del 10 agosto 2009 aveva lasciato la casa che aveva preso in affitto per una gita lungo i sentieri.
«Amava la natura, la montagna, adorava camminare per ore, non era mai stanca», ricorda la madre Franca. L’ultima volta l’aveva sentita tre giorni prima, il 7 agosto. «Mi aveva detto che si trovava sotto una pianta, stava dipingendo l’immagine di santa Caterina. Era serena».
Quel 10 agosto le previsioni meteo erano state inclementi, un temporale violento e improvviso si era abbattuto su tutta l’area intorno a Siusi. Le ricerche sono iniziate il 12 agosto, dopo che la figlia di Piera Olga, che si trovava in vacanza, aveva allertato la nonna e gli zii preoccupata del silenzio della madre che da due giorni non rispondeva più al telefono.
Le ricerche nei boschi e lungo i sentieri, nei dirupi e nei crepacci, l’appello alla trasmissione Chi l’ha visto non hanno dato alcun esito. «Perfino i suoi alunni e qualche collega si erano uniti alle ricerche». In tanti anni non è mai stato ritrovato nulla.
«Non ho mai perso la speranza di rivederla. Ora però con questa messa ho dato la possibilità a quanti l’hanno amata di ricordarla, di ricordare il suo amore per l’arte, per le icone che dipingeva con grande talento, per il canto, la sua cultura e la bontà d’animo con cui è vissuta».