Addio al maestro Angelo Bellisario che amava Monza e la musica

È morto il maestro Angelo Bellisario, avrebbe compiuto 90 anni il 9 febbraio. Monzese d’adozione, musicista, compositore, docente in diversi Conservatori, di sé diceva di aver ascoltato la musica ancora prima di nascere.
MONZA ANGELO BELLISARIO
MONZA ANGELO BELLISARIO FABRIZIO RADAELLI

Avrebbe compiuto 90 anni il 9 febbraio Angelo Bellisario, musicista, compositore, docente ai Conservatori di Pesaro, Rovigo e Milano, direttore di formazioni musicali e per quasi vent’anni, fino al 2010, critico musicale de il Cittadino. Classe 1932, originario della provincia di Ragusa, Bellisario era nato in una famiglia di musicisti.

Suo padre Giuseppe è stato direttore d’orchestra, pianista e compositore. La musica era la sua vita e la sua grande passione. Terzo di sette figli, di sé era solito raccontare di aver ascoltato la musica ancora prima di nascere e che sin da bambino desiderava diventare insegnante di musica (“poi scoprii la vocazione di compositore”).

A nove anni aveva conosciuto il compositore Pietro Mascagni, un “uomo gentile e alla mano” che lo aveva affascinato. Bellisario amava insegnare, creare, dirigere, registrare. Vulcanico e creativo, componeva di getto con estrema naturalezza. La sua casa era inondata di spartiti che voleva sempre avere a portata di mano. Oltre trecento le composizioni che portano la sua firma tra musica da camera, sinfonica e lirica trasmesse in televisione ed eseguite nei teatri.

Ha curato la revisione, la trascrizione, l’armonizzazione e l’orchestrazione di brani vocali e strumentali di epoche e generi diversi. Ha musicato, tra l’altro, filastrocche di Gianni Rodari, ha orchestrato la sonata D821 di Schubert per arpeggione e pianoforte e il Quartetto in mi minore di Verdi.

Anche a Monza, la città che lo aveva adottato, ha dedicato alcune sue opere tra le quali gli oratori “La Signora di Monza” e“I miracoli di San Gerardo”. Il suo legame con la città è stato sancito, oltre che dalla direzione di cori e orchestre, dall’assegnazione nel 2006 dell’onorificenza del Comune: il Giovannino d’oro.

Bellisario ha, inoltre, scritto anche alcuni testi di analisi e composizione musicali che vengono utilizzati nei conservatori e nelle scuole di musica. Bellisario ha trasmesso l’amore per le sette note ai suoi figli diventati valenti musicisti.